Per fare funzionare un amore servono alcuni ingredienti, in fondo non troppo segreti. Alcuni di questi può insegnarceli l’infedeltà.
Anche se straziante e crudele, l’infedeltà rimane ancora oggi una torre di Babele, vecchia come il mondo ma resistente, nonostante l’avvento del divorzio e il mercato del libero amore, eredità della modernità.
Se la osserviamo con la lente d’ingrandimento dell’aggiustatrice di cuori e non del giudizio morale, possiamo renderci conto di quanto l’infedeltà possa insegnare al matrimonio. Al suo interno include uno o più di questi famosi ingredienti segreti salva-legame: patto di alleanza, segretezza, alchimia sessuale, dialogo, condivisione e coinvolgimento emotivo.
La segretezza è il più importante principio organizzativo degli amori infedeli. Una relazione clandestina vive sempre all’ombra della relazione primaria, nella speranza di non essere mai scoperta. La segretezza è esattamente ciò che intensifica la carica erotica. (Sessualita, strategie e sotterfugi creano un cocktail ad alta gradazione erotica, così sostengono gli adulteri cronici). Quando la sessualità si trasferisce poi dentro il legame longevo smarrisce di sotterfugi, di programmazione e di quel clima di segretezza che l’avvolge in un’aura di peccaminosa intimità e sacralità.
Segue un miscuglio di senso di colpa e piacere, piacere e senso di colpa che accompagna i protagonisti di quell’amore a lungo e per sempre.
Le relazioni clandestine sono un passaggio segreto verso il rischio, l’inconscio, l’inespresso, il pericolo e la potentissima energia della trasgressione senza la certezza e la scontatezza dell’incontro successivo. Quel pizzico d’ansia abbandonica aiuta la coppia di amanti a vivere nel desiderio, nell’eccitazione dell’attesa e nella dimensione del futuro. Ingredienti che si smarriscono del tutto quando una coppia diventa stabile e si trasferisce alla luce del sole.
L’amore infedele risiede in un universo autosufficiente, totalmente separato e scorporato dal resto del mondo, così come cantava Gino Paoli nel Cielo in una stanza. Non ha bisogno di altro, di niente e di nessuno. Gli amanti sono nutrimento, essenza, passione, senza quell’amalgama indifferenziata fatta di incombenze e cose concrete.
Le avventure extraconiugali sbocciano ai margini delle vite amorose strutturate e finché non vengono esposte alla luce del sole, l’incanto è salvo. Il vero problema è quando gli amanti decidono di diventare coniugi, in quel caso la carrozza torna zucca allo scoccare della mezzanotte, e la magia si dissolve nella dimensione terrena del quotidiano.
Quindi, cosa sarebbe più utile fare? Imparare dal tradimento e utilizzare gli elementi segreti nel matrimonio.
Chi ha piacere di ricevere i miei scritti e video in e-mail, può iscriversi in maniera gratuita alla mia newsletter settimanale e al mio canale YouTube.
Chi ha una questione di cuore da raccontarmi e gradirebbe una risposta può scrivere qui.</em>
1 Commento. Nuovo commento
Interessante e indiscutibile verità. Il matrimonio tende a morire soprattutto quando si abbandona alla routine. Pochi sono i matrimoni contrassegnati dalla novità e dall’impegno di rinnovarlo ogni giorno. Ho i miei dubbi sul matrimonio. Ricordo le parole di un prete: “con il matrimonio s’innalza la croce”. PS. Non sono sposata!