Non tutte le cose che ci vengono rubate possono essere toccate. Alcune abitano la terra dell’altrove. L’inconscio. Le emozioni. La fantasia e l’immaginario. Ogni tanto, nella vita subiamo dei furti. Dei furti che ricordano le case saccheggiate e le auto profanate. Che odorano di frode, e che hanno il retrogusto amaro dell’imbroglio.
Può capitare di investire emotivamente e a lungo, e di camminare come un equilibrista bendato su un legame che un tempo era coppia.
Può capitare anche che la fine di un amore trafigga senza nessun avvertimento, e che la ferita diventi talmente profonda da sembrare una compagnia piuttosto che una sofferenza.
Il dolore all’imprpvviso.
Gli amori sbagliati, quelli prigionieri dei silenzi protratti e degli abbracci evasi, delle insicurezze e delle cattiverie seriali, quando vanno via rubano e derubano.
Graffiano l’anima e al tempo stesso la saccheggiano.
Così può capitare di vivere un amore troppo debole per sopravvivere e sfidare le intemperie della vita, e troppo forte per morire. Una trappola che intrappola.
Gli amori intensi e viscerali, quelli che vivono in un eterno presente, senza la promessa di un futuro, sono un ponte verso l’abisso.
Sono quegli amori che quando vanno via, tra le menzogne del cuore e la false promesse, saccheggiano l’anima.
Talvolta, poi, la ferocia di un abbandono regala la possibilità al cuore di riappropriarsi dei suoi battiti. E la trappola diventa trampolino.
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