C’era una volta l’amore, il rispetto, l’impegno, e c’erano anche le sorellastre di corte: la crisi coniugale, il tradimento, ed il senso di colpa.
Oggi abbiamo la coppia aperta, i social con le loro mille maschere ed identità plurime, ed anche le foto riciclate.
Il senso di colpa, a piccole dosi e sapientemente gestito, era il semaforo rosso che indicava uno stop, la possibilità imminente di deragliamento, insomma, un pericolo o un divieto.
Era quella sorta di sirena interna che segnava lo spartiacque tra il bene ed il male, tra ciò che era giusto e ciò che non lo era, tra ciò che rappresentava la trasgressione e ciò che doveva essere la riparazione.
Non esiste più un lucchetto alla deriva del fare e dell’apparire e non esiste più il dilemma morale – lo faccio o non lo faccio? Questo è il problema! – nemmeno la coscienza sembra più funzionare.
Nell’epoca del web e dell’apparire, il canto delle sirene è rappresentato dai like, dallo sguardo indagatore e profanatore di chi sta affacciato all’agorà virtuale dei social o delle app, sbirciando in maniera consenziente l’intimità altrui.
L’asticella del presunto amor proprio, o del sempre presente narcisismo, si innalza, ed il delirio di onnipotenza di chi si denuda e si mostra, si nutre a dismisura.
Ieri, una mia paziente, mi ha raccontato di avere ricevuto dall’uomo che ama, una foto riciclata.
Una foto fatta ad una foto precedente, strategia malsana utilizzata dai fedifraghi per alterare luogo e data originale.
Insomma, la donna aveva ricevuto una foto scattata il giorno precedente, indirizzata non si sa bene a chi, e riciclata per l’occasione.
Un dono speciale!
L’uomo in questione, al suo risveglio, era al meglio della sua forma fisica, ed ha ben pensato di cogliere l’attimo fuggente della non ritenzione idrica da notte di assoluto riposo, e di spacciarla sapientemente alle donne di corte, più esattamente, all’harem virtuale e reale.
A fine seduta – amareggiata e delusa per quanto avevo ascoltato che proseguiva a risuonare e serpeggiare dentro di me -, riflettevo su quanto sentissi la mancanza del buon vecchio dilemma morale, il datato tradimento con il suo alone di senso di colpa.
La magia di un attimo rubato è data da tre protagonisti: il momento, lo sguardo di chi scatta la foto e l’emozione di chi la riceve.
Sarò un’inguaribile romantica, ma continuo a credere che c’è una bella differenza tra emozione e sentimento.
Quest’ultimo è davvero per pochi eletti.
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4 Commenti. Nuovo commento
se al risveglio era al meglio della sua forma fisica dopo un po di attività sportiva sarà stato completamente sfatto.
A questo articolo non so davvero come rispondere ne da dove cominciare perché è tutto cosi disgustoso scandaloso..Ci siamo persi gli uomini e quelle poche donne superstiti che preferiscono ancora il vero uomo, quello di un tempo capace di corteggiare davvero una donna, di stupirla con la sua originalità, di amarla e proteggerla nonostante la sua ( di lui) imperfezione dovrebbero accontentarsi della brutta copia dell’uomo. .la nuova specie è insicura, confusa tra che crema viso acquistare e che slip indossare; non sanno nemmeno tradire ormai. Confido nelle eccezioni e che queste possano produrre altre eccezioni così da fare finalmente qualche passetto indietro
Grazie sempre per le Sue riflessioni, Manuela, utilissime per chi ci legge e portatrici sane di buoni principi.
Un abbraccio affettuoso.
Ormai è tutto solo un gioco di conferma non con l’obiettivo di essere l’unico nè tantomeno di avere qualcosa di duraturo. Una coscienza incallita a fare il male e provare soddisfazione nel riuscirci sempre lasciando il dubbio di aver capito male, il dubbio che si è avuto a che fare con una brava persona dalle idee che confuse. In verità sono vuoti e insoddisfatti e più questi sentimenti crescono dentro più si ha bisogno di fare rumore per non sentirli e intanto il tempo passa e la delusione aumenta insieme alla generale sfiducia.
Buongiorno e grazie per le Sue note.
È assolutamente vero quello che scrive:
“Lasciando il dubbio di aver capito male”
C’è un libro molto bello che io amo molto, “Donne che corrono con i lupi” di Clarissa Pinkola, una psicoanalista.
Invita le donne, e gli uomini che amano le donne che corrono con i lupi, a sviluppare la loro parte selvaggia, intuitiva, animalesca ed a mantenerla immutata nel tempo per far sì che le orienti nella vita.
Credo che tra capire e sentire ci sia una grande difffrenza.
Le donne sentono con il cuore e con le viscere.
Quando si ama, soprattutto, non c’è menzogna che non possa essere smascherata.
Un abbbraccio caro