Avvertenze: riflessione scomoda e controversa. Prima di arrabbiarsi, sentirsi offesi o commentare, leggete tutto, sino all’ultima parola. Grazie!
Essere figli ed essere madri è l’esperienza più complessa e affascinante che ci sia.
Ci sono le madri elefantesse, apprensive, ingombranti e sostitutive dei bisogni dei figli (“so tutto io, soprattutto cosa è bene per te”) e le madri evanescenti, algide, disaffettive.
Ci sono le madri narcisiste e le madri dipendenti affettive, che amano come possono. Ci sono le madri felici e quelle infelici. Quelle molto amate e quelle trascurate e ignorate. Le madri coniugate e le madri falsamente in coppia, le più sole di tutte. Ci sono anche le madri che nonostante gli impegni profusi, le amorevoli rinunce, la presenza concreta e simbolica non riescono a fare (o essere) le madri come vorrebbe il loro cuore.
E poi ci sono i figli. Ci sono i figli che non vengono mai partoriti nonostante siano nati. I figli che regrediscono all’utero in momenti di difficoltà, così invece di andare aventi vanno indietro: i figli cronici e i genitori cronici.
Ci sono i figli chi tentano di crescere e di diventare loro stessi nonostante il troppo o il poco amore (La giusta dose ancora non è poi così chiara).
Ci sono i figli, che una volta diventati genitori, elaborano il passato e coloro che, invece, lo subiscono e lo tramandano in maniera disfunzionale al (povero) figlio che verrà.
Chi compensa, chi sposta, chi annaspa come può.
Ma nonostante le madri o grazie alle madri che abbiamo avuto – tutti noi – o grazie proprio ai dolori che abbiamo subito, venire al mondo e aiutare a nostra volta i nostri figli a cavarsela da soli, trovate il bello nel brutto e riscrivere il nostro destino è sempre possibile.
Auguri a tutte le mamme e a tutti i figli.
Valeria Randone
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2 Commenti. Nuovo commento
Sono sopravvissuta ad una madre carabiniere, solo perché ne ho preso le distanze e sono andata in terapia. Il dolore è rimasto ancora a lungo e anche le conseguenze, ma ho potuto andare avanti. Non ho voluto, però, diventare io madre, per non ripròporre (inconsciamente) un rapporto cosi negativo come quello subito. Alla frase: “di mamma ce n’è una sola” rispondo sempre : per fortuna !!!
Cara Daniela,
grazie per il suo racconto!
Un affettuoso saluto.