Disinnamorarsi è un processo doloroso e faticoso, ma talvolta indispensabile. Un vero salva vita. Smettere di amare quando fa male, quando l’amore non cresce, non nutre, anzi depaupera, quando usurpa gli spazi senza dare nulla in cambio, significa iniziare ad amare sé stessi. La decisione non è mai semplice e la sua attuazione lo è ancor di più.
In una prima fase il lutto occupa tutte le stanze della vita, il trasloco doloroso e caotico di parti psichiche dal partner a sé stessi sembra un lavoro immane e infinito. Ma ogni dolore porta con sé meraviglie.
Esattamente come quando si trasloca e si ritrovano quelle vecchie foto ingiallite dentro i libri che si pensavano smarrite per sempre e si buttano via le cose inutili e superflue, anche in questo caso, a trasloco avvenuto, l’ordine interno regna sovrano e regala un profondo benessere. Il tempo, poi, come sempre accade, aiuta a cicatrizzare i ricordi dolorosi e a custodire i migliori.
Quando si subisce un danno, le reazioni sono varie e cambiano in funzione della storia di vita di chi lo subisce.
C’è chi si rinnamora del partner traditore – non tradisce soltanto chi intraprende una relazione clandestina, ma anche chi tradisce il patto iniziale d’amore e di cura del legame – e c’è chi si disinnamora per sempre: di lui e di altri. Il percorso verso il recupero della fiducia, solitamente, è lungo e in salita e la fatica è direttamente proporzionale al danno subito e agli strappi dell’infanzia.
Il panorama che però si può osservare dalle vette più alte, dopo i percorsi più impervi e scoscesi, è decisamente mozzafiato.
(Gli amori che vengono dopo hanno il sapore della pienezza e del risarcimento).
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3 Commenti. Nuovo commento
È un processo che sto portando a termine in questi giorni. Il mio era un amore sul nascere, e l’ho troncato proprio perché se lo avessi lasciato crescere mi avrebbe portato all’auto – distruzione totale.
Grazie per il Suo racconto.
Trovo tutto ciò che scrivi è molto interessante e vero. bravissima !!!!