La parola diffidare non si sposa con la parola amore ma si sposa con gli amori, che amori non sono, tossici e improvvisi.
Diffidate degli amori improvvisi, del tutto e subito, delle promesse d’amore eterno senza che la timidezza e la gradualità del sentimento più fragile e forte che ci sia si sia trasformata in profondità.
Diffidate delle dichiarazioni d’amore plateali, pubbliche, sui social.
Diffidate delle richieste di matrimonio o di un figlio, mentre l’amore è ancora nel bozzolo e non accenna a diventare farfalla. Diffidate dei cento, duecento, infiniti messaggi in chat notturni e diurni come se fossero aria da respirare per vivere.
Diffidate dello struggimento anzitempo e senza motivo, della gelosia cocente, della dimensione del bisogno e della mancanza di equilibrio.
Diffidate del “vivo solo per te”, “come ti amo io, nessuno mai”, “cosa saresti o come vivresti senza di me”.
I rapporti sani hanno bisogno di conoscenza reciproca, di condivisione e di piccoli passi, di scoperta e di zone d’ombra, di tempo e di magia, di gradualità che porta alla profondità, del rispetto delle paure e tempi dell’altro. (Perché dalla stessa porta d’ingresso dell’amore entra anche la paura).
Affinché si avveri tutto questo occorre tempo, quello che gli amori malsani e frettolosi non conoscono e non concedono.
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