Dicembre è un mese che ne contiene tanti. La malinconia che contiene è come la tua pelle. Non puoi strappartela via nemmeno quando scappi in terre lontane e calde.
Perché a Natale c’è chi scappa.
Per i fuggitivi, dicembre profuma di spezie e di terre lontane. Per chi resta profuma del polpettone della nonna e di casa.
Ma dicembre è un mese scomodo, che pugnala e che rinfaccia. Con le sue pause e lentezze, con le lucine e le tavole ben imbandite mette in fila indiana i tuoi magoni e le tue mancanze.
Dicembre, giorno dopo giorno, ti ricorda quello che manca. Diventa il tuo calendario dell’avvento-bilancio esistenziale. Ti ricorda che ti manca amore, armonia, passione, felicità, persone che non ci sono più, talvolta ti manchi anche tu.
Ti fa notare con stremo cinismo i posti a tavola: quelli vuoti, che nessuno occupa più oppure occupa ancora. Ti inonda il cellulare di messaggi inutili come se volesse sottolineare quelli che invece non arrivano.
Dicembre, mentre ti inebria le narici e ti stordisce di carboidrati e ricordi, ti obbliga a fare i bilanci di fine anno. Ti ricorda che vorresti essere in coppia mentre in realtà sei sempre e soltanto solo. Che vorresti un bambino e invece sei soltanto e sempre una coppia. Oppure che vorresti essere da sola e invece sei falsamente in due. Dicembre tiene il conto. Dicembre contiene in sé un bizzarro pallottoliere, e non ha pietà.
Sì è vero, dicembre profuma di casa e di spezie, ma anche e soprattutto di quello che non va e che non c’è.
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1 Commento. Nuovo commento
Purtroppo tutto troppo vero, un’analisi dettagliata reale e triste da leggere, ancora di più se stai vivendo la parte negativa