Ho immaginato di prestare la mia penna a Francesca, nome di fantasia, che ha deciso di scrivere una dichiarazione d’amore all’uomo che ama e che vorrebbe sedurre.
Vorrei parlarti col cuore aperto e invece mi ritrovo con il cuore in bilico.
Vorrei consegnarti le chiavi di accesso del mio mondo interno e invece lo tengo sprangato e sotto chiave. Vorrei che anche tu provassi desiderio e curiosità nei miei confronti e invece sei sempre stentato e prudente.
Mi piace osservarti, scriverti, annusarti, raccontarti delle mie passioni e dei miei desideri, e mi piacerebbe conoscere cosa ti brucia dentro.
Ho sempre considerato la fiducia un potentissimo afrodisiaco, in grado di accendere ogni passione, perché in quel luogo certo, dove nessuno tradisce nessun altro, i desideri possono avere diritto di cittadinanza e avere asilo politico.
In un mondo rumoroso, dove il cicaleccio prevale sull’intimità e sulle parole curate e ricercate, mi piacerebbe molto andare oltre le apparenze. Oltre la tua giacca blu sapientemente abbottonata e la mia camicia di seta falsamente sbottonata.
Mi piacerebbe farti entrare lentamente nel mio mondo fatto di silenzi e di parole pensate e ricercate, di passioni straripanti e di luoghi sicuri. Sono stanca, stufa e annoiata di respirare cose tiepide e persone sbagliate e sbiadite. Finalmente ho capito che ho voglia di vivere, senza averne paura. Ho voglia di essere felice anch’io, di condividere la mia felicità, perché ogni cosa condivisa si amplifica e non finisce mai. Ho voglia di essere felice con un panino in mano seduta su un muretto in pietra, al sole. Ho voglia di dilatare il tempo, di arricchirlo e impreziosirlo di cose buone, profumate e belle.
Ho voglia di cose semplici e vere e, se anche tu lo vorrai, ho voglia di condividerle con te.
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