La delusione ti raggiunge quando meno te l’aspetti. Quando ami tanto. Quando investi tanto in un legame, in un progetto, in un lavoro. Quando sei troppo mamma. Troppo moglie. Troppo tutto, talvolta smarrendo le tue necessità più profonde. Quando pensi di fare tutto quanto è in tuo potere per esserci e per accarezzare anche in silenzio chi ami, ecco che in quel preciso momento quella parola fuori posto, quello strattone, quelle spalle girate all’improvviso ti trafiggono e rimangono incastrati nel cuore.
Quei discorsi a senso unico, quelle frasi ingoiate insieme a malumori e tacite osservazioni preparano il terreno per una frana. Una frana emotiva.
I legami importanti dovrebbero essere immuni da strappi e sopravvivere all’usura del vivere.
Accade anche contro il tuo volere che i muri invisibili costruiti con i mattoni del silenzio e della disattenzione diventino delle vere e proprie trincee difensive, e che il tuo mondo interno si allontani da quello dell’altro.
Ti senti affabulata, anzi ingannata dalle tue stesse emozioni. Dal tuo essere accecata da un amore totalizzante: materno, amicale, coniugale. L’immagine dell’altro che giorno dopo giorno abbiamo amabilmente costruito e custodito dentro di noi entra in conflitto con la realtà. In questa lotta intestina sentiamo la mancanza di quello che pensavamo fosse l’altro. La delusione, in fondo, è un misto tra dolore e nostalgia.
Tra quello che non c’è più o forse non c’è mai stato e la realtà, la nostra più ostile nemica. La delusione, che ti piaccia o meno, è sempre direttamente proporzionale all’intensità del sentimento provato. Qualunque esso sia.
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