Sembra proprio che la nostra vita sia disseminata di mele. Cambia la forma, il
colore e la misura, ma la mela torna prepotentemente a fare parte delle nostre vite.
La prima, la più romantica e sensuale, era rossa, incarnava una tentazione e veniva donata da Eva ad Adamo.
Erano altri tempi, e l’uomo cadeva in tentazione con poco, senza sexting e senza audaci e faticose strategie di corteggiamento.
La seconda, romantica anch’essa, era di Platone, ma era mezza.
Platone sosteneva fermamente che quando si ama davvero, il partner che cattura e rapisce il nostro cuore, incarna la mezza mela mancante, senza la quale non si può accedere a una condizione di completezza.
Secondo Platone, quando un uomo incontra l’altra metà amorosa del cielo, prova un senso di pienezza e avverte forte e chiara la sensazione di aver vissuto sino a quel momento in uno stato di deprivazione e di solitudine.
Quindi, secondo lui, la vita vera comincia da innamorati.
Con il mito della mezza mela, ha fatto sognare milioni di lettori, ed era più seguito di un’influencer odierno.
Ma anche in questo caso erano altri tempi.
Per quanto Platone mi piaccia molto e abbia accompagnato i miei studi, la famigerata mezza mela, se pur romantica ed evocativa, non funziona granché, e non rende gli amori più longevi e stabili.
Mi dispiace contraddire Platone, ma la coppia per essere tale deve essere formata da due identità, non da due metà.
Ed eccoci ai nostri giorni: la mela morsicata della Apple. Una mela dalla grande fascinazione, ormai indispensabile per la nostra vita, ma non qualità di vita. Una mela tira l’altra, così, quando una mela entra a far parte del nostro quotidiano ne segue subito un’altra più grande con la quale dialogano in silenzio, esattamente come una coppia ben assortita.
Il nostro iPhone sa tutto di noi: quello che ci piace mangiare, dove ci piacerebbe andare in vacanza, con chi ci scriviamo più di frequente e a chi non rispondiamo.
Abbiamo una spia in tasca o in borsa.
Ci guarda negli occhi per essere sbloccato, come si fa con il cuore di chi amiamo davvero e, adesso, per farci sentire ancora più in colpa ci ricorda quanto tempo abbiamo trascorso con lui dividendolo in tempo utile, tempo trascorso sui social o le app, e tempo rubato agli affetti.
In questo Eden tecnologico siamo diventati delle monadi, senza porte e senza finestre. Una folta schiera di solitudini mascherate con una mela morsicata come timbro di riconoscimento.
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2 Commenti. Nuovo commento
Se potessimo scrivere una lettera, e portarla nella posta dell’amata/amato, susciterebbe uno stato emozionale e di curiosità interiore, senza fine. Ricordo qualche anno fa, accompagnai un mio amico ad imbucare la sua lettera d’amore nella posta della sua amata. Vivono insieme ancora..
Buongiorno e grazie per essere intervenuto.
Io amo le parole e sono una ferma sostenitrice del loro valore. In amore, nella vita, nella cura.
Un caro saluto.