Chi semina raccoglie, si dice.
Nella vita, in amore, con i figli, con gli amici. A volte sì, altre no. Non sempre chi semina raccoglie, a volte raccoglie chi non semina.
Quando va tutto bene il raccolto emotivo è direttamente proporzionale all’impegno profuso, quando nulla segue la logica del cuore non c’è nessuna giustizia che possa spiegare l’aridità di certi transiti della vita.
La semina è sempre fragile e a rischio, può essere minacciata da tantissimi eventi: esterni e interni.
A volte c’è il vento gelido che distrugge tutto, altre volte le mareggiate improvvise e inarrestabili, altre volte ancora il caldo torrido, come quello siciliano.
Eppure, nonostante gli impegni profusi e la semina emotiva continua e costante, nonostante la fatica, l’usura emotiva, l’apprensione e la cura, non si può mettere un mantello per proteggere la semina dal caldo, dalle mareggiate o dal vento gelido.
Però, chi semina può proteggersi con un mantello invisibile dal desiderio del raccolto emotivo.
Quindi, per proteggersi dal dolore, forse, bisognerebbe seminare senza pensare di raccogliere.
Perché non sempre chi semina raccoglie, soprattutto nella vita.
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