C’era una volta l’aeroporto. L’amore nostalgico

C’era una volta l’aeroporto, un luogo signorile, ben frequentato, dove l’atmosfera – a seconda delle fasce orarie e delle date – era di rigore lavorativo, oppure godereccia e vacanziera.
Questo luogo misterioso, però, non smarriva mai quel fascino, quel non so che di privilegiato ed esclusivo.
Passeggeri ben vestiti, pazientemente ed educatamente in fila, abituati a check-in e imbarchi.
Il web ha messo lo zampino anche qui, così, adesso, abbiamo i voli low-cost. Abbiamo la confusione, ed anche il black Friday dei voli.
I passeggeri sono tanti e confusi, ammassati e spesso maleducati.
Gli spintoni si alternano ai soliti furbi che saltano la fila con la scusa del volo in imminente partenza (come se avessero cambiato l’orario all’improvviso!!), per proseguire con chi – non tutti sono tecnologici e a passo con le nuove strategie salva tempo – pensa di avere la carta d’imbarco nel cellulare, e lo sventola animosamente bloccando la fila, e invece ha soltanto il biglietto.
In Sicilia abbiamo anche i dolci oltre ai passeggeri.
Cosi, per concludere il delirio da imbarco, c’è chi ha acquistato i nostri cannoli o la nostra cassata siciliana, ed occupa ben due posti nelle cappelliere.
Davanti al cannolo non è possibile replicare, bisogna portare pazienza.

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