Caro Babbo Natale,
non è facile scriverti una lettera da adulta, ma come ben sai i desideri non hanno età e le speranze nemmeno. E come recita magistralmente un passaggio del film le Fate Ignoranti, si può essere tutte le età che si hanno già avuto.
Tra l’altro, continuo a essere un’inguaribile romantica e ad amare i carteggi e le corrispondenze epistolari, quindi oggi ti scrivo.
Vorrei chiederti le solite cose: un clima meno squinternato, la fine delle guerre, meno malattie ecc, ma quest’anno parto dagli uomini, gli abitanti di questo meraviglioso e mostruoso mondo. Non ti chiedo di occuparti delle conseguenze ma delle cause, di noi.
Mi piacerebbe che tu, con la bacchetta magica – ma forse la bacchetta magica appartiene alla Fata Turchina, ma il senso credo sia lo stesso – facessi il mio lavoro, ma su larga scala.
Mi piacerebbe che quest’anno aiutassi le persone ad essere più risolte, meno colleriche, più autentiche e in pace con i loro mostri interni, senza farli subire agli altri.
Penso che così non ci sarebbero più guerre, sgambetti, egoismi esacerbati e di massa, stupri e violenza. Sarebbe bello che l’Io la smettesse di venire prima del noi, e che tutti i grandi mali del mondo di cui noi, solo noi, siamo gli artefici, pian piano, si dileguassero.
Caro Babbo Natale, non voglio proprio niente di concreto. Non voglio regali, sorprese, cose materiali. Vorrei un mondo migliore da abitare con affetto, e credo che lo vorrebbero in tanti.
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