C’è un punto nefasto e drammaticamente visibile mentre cerca di essere invisibile, in ogni amore. Quello dell’invisibilità amorosa. Quando un amore non sorprende più. Quando non emoziona più. Quando non occupa più uno spazio privilegiato nel cuore e nel corpo, e nei pensieri dell’altro. Quando diventa altro e non trasporta più altrove.
Ho immaginato di scrivere una lettera-riflessione-introspezione straziante, un sos del cuore degli invisibili in amore.
Caro amore distratto,
è incredibile se ripenso che il primo bacio è stato intenso, un raggio di sole dopo tanta pioggia e tanto buio. Aveva l’odore e il fascino di un acquazzone estivo. Imprevisto, appassionato. Turbolento. Quella instabilità che regala stabilità.
Se penso al linguaggio muto dell’amore che abitava le email lunghe e penetranti, e le chat intense, impertinenti, puntuali. Mai banali. Mai scontate. Mai tiepide o gelide. Adesso mi sento un fantasma, un’invisibile amorosa.
Non ti sorprendo più.
Non mi piace quando i colori si sbiadiscono e fanno riemergere il mio passato, quando lasciano il posto alla paura, all’abbandono. Quando mi accorgo che non vedi più il tramonto nei miei occhi; quando non scorgi la luce, la novità, la pagliuzza. L’infinito nel finito. Il domani nell’oggi. Quando non sento più il buco in pancia e il brivido sulla schiena.
Non darmi mai per scontata; non confondermi per certezza perché non lo sono; per progetto senza impegno e senza cura. Io sono progetto e sono cura. Non mi accontento più mentre sento che non ti sorprendo più.
Guariscimi ancora, se vuoi, dalle mie paure più profonde, dalle mie ansie e paturnie. Scaldami ancora con le tue parole per me. Con i tuoi pensieri che si fanno abbraccio e laccio.
Fammi sentire ancora la voglia che hai di me. Dimostrami che vivi male senza di me, che annaspi, che sei in apnea e che non respiri se non mi respiri. Se non mi tocchi, mi baci, mi possiedi. Cancella la paura che ho di perderti e di perdermi, di essere invisibile; di diventare una triste e nota scontata abitudine.
Abbraccia la paura che ho di sentirmi evanescente e fuori da te.
Porta via questa malinconia, regalami pelle in abbondanza e baci. Desiderio e fiato sul collo. Respirami più che puoi, soprattutto per quando non puoi.
A un passo da un bivio del cuore scaldami ancora, amore distratto.
2 Commenti. Nuovo commento
Complimenti Dottoressa, una bellissima riflessione, ha creato in me invidia pura per il suo scrigno emotivo e per il suo sguardo passionale. Molta invidia.
Ad una certa età, come la mia,49, la musica, il vino o il caffè possono essere ascoltati esclusivamente in compagnia.
Un eccesso di ognuno di questi tre conviviali danneggia il gusto e l’olfatto. Lei è una fucina inesauribile di emozioni che non si ammalano mai. Solo invidia, complimenti
Grazie!