Ho scritto una lettera benaugurale a una coppia di miei pazienti che a luglio convoleranno a nozze.

Cari Fernando e Giulia (nomi di fantasia),
vi raggiungo con qualche riga, ma vi arriverà anche per posta, per augurarvi un buon cammino matrimoniale. Quell’intimo approdo nel quale trovare luce e risarcimento dopo le vostre ferite del cuore e i duri colpi che la vita vi ha inflitto e che in fondo vi ha resi quelli che siete.
È una breve lettera-amuleto-talismano che si fa portatrice di un duplice scopo: buon augurio e ripasso di quanto vi potrà servire come dote matrimoniale.
Vi auguro tanti baci, imprudenti e peccaminosi, e abitudinari e affettuosi. Di quelli che non vanno mai in pensione e che mai abiteranno la soffitta dei ricordi.
Vi auguro tanto ascolto, quello fertile, fatto di cuore e di orecchie. Quell’ascolto che rappresenta una dichiarazione d’amore quotidiana e che dice: “parlami, io ci sono”.
Vi auguro tante parole e tanti silenzi. Le prime mai banali, vuote o svuotate di significato, insomma banalmente concrete; i secondi fertili.
Vi auguro silenzi che non siano mai carichi di astio o il triste sostituto di parole mute, che non prendano mai il posto di un incontro o di un litigio.
Vi auguro di poterli abitare e condividere con fertilità e scambio.
Il matrimonio è meraviglioso.
Non è desolato e nemmeno desueto. Non è scontato o addomesticato.
Non è la tomba dell’amore e nemmeno del sesso. Non è il triste destino dei soli e dei diversamente giovani.
Non è una convenzione ma è una meravigliosa convinzione. È una scelta e come scelta va mantenuta nel tempo che verrà per evitare che il tempo gli sia nemico.
Per voi, con le vostre ferite del cuore, con i vostri abbandoni e traumi, sarà un nuovo inizio e un dolce proseguimento di un cammino condiviso fatto di nuovi rituali e nuove scintille, di otto zampe e due code scodinzolanti. Un percorso congiunto che odora di profonda intimità: di cuore e di pelle.
Non credete a chi vi dirà che il matrimonio è banale, che non si tratta di scelte amorose, che non ce la farete, che tutto finisce e che il tempo, prima o poi, tutto in polvera. Non è vero.
Non credete a chi vi dirà che il matrimonio è una festa vuota, sterile, fatta di bomboniere e liste nozze.
Non è vero.
Sono certa che saprete tradurre in azioni quotidiane quanto ci siamo detti, quanto abbiamo fatto insieme e quanto faremo ancora. Che i malumori e le tempeste, la calma piatta e le parole cadute nel vuoto diventeranno la vostra bussola interna per poter affrontare qualunque mareggiata matrimoniale e anche personale.
Con empatia e stima, la vostra aggiustatrice di cuori.
Valeria Randone

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