In un momento di fusione e confusione tra i sessi, la diatriba sull’identità di genere dell’arancino continua a mietere vittime.
I palermitani lo declinano al femminile, i catanesi al maschile. Cosi, da sempre ma non per sempre, abbiamo una lotta intestina tra arancino e arancina.
Ma ecco che la cultura inglese taglia la testa al toro: l’arancino é maschio.
La parola “arancini” è entrata a far parte dell’ Oxford English Dictionary, un prestigioso e autorevole dizionario.
E questo mi riempie di gioia.
Io che sono una ferma sostenitrice della diversità – ma non della disuguaglianza – fra i generi, ero davvero preoccupata per un nome dal genere neutro, che non fosse né maschio né femmina.
Anche perché l’arancino ha una chiara identità, e chi ha avuto il piacere di incontrarlo durante i suoi percorsi gastronomici non potrà fare a meno di dimenticarlo. (Maschio o femmina che sia).
Anche la medicina adesso ha il bollino rosa, anche se passare dalla tavola agli ospedali sembra un esercizio di fantasia.
Uomini e donne siamo, e per di più senza ombra di dubbio, biologicamente differenti; ci ammaliamo prima e ci curiamo dopo, con modalità diverse.
Così, finalmente, anche in Italia, si parla di medicina di genere.
Una sorta di medicina intelligente che si coniuga agli uomini e alle donne garantendo la massima attenzione alla differenziazione sessuale.
Mi dispiace per i palermitani con i quali abbiamo un rapporto di affetto e di stima, ma adesso l’arancino oltrepassa lo stretto ed è definitivamente maschio.
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