Ansia da separazione, ansia da aggregazione

Io non ne posso più, e immagino anche voi. Viviamo in bilico, come se fossimo dei funamboli, tra l’ansia da separazione e quella di aggregazione. Ogni tanto veniamo colti da un torcicollo emotivo e guardiamo indietro per ricordarci come eravamo.
Ci manca tutto. Le nostre abitudini. Lo svago. La pizzeria. La progettualità. Il Natale. Di cui, forse al punto in cui siamo, ne faremmo volentieri a meno pur di risolvere del tutto e per sempre. Il sabato sera. La domenica. Ci manca la libertà.
Le persone, tutte, non sono più frettolose e concitate, sorridenti o tristi, ma lente e spaventate, un po’ tutte nelle stesse condizioni di grigiore emotivo.
Camminano in strada mascherate e separate, in una sorta di fila indiana fatta di solitudini e paure, nell’attesa che tutto passi.
Veniamo costantemente strattonati tra due forze opposte: la paura e la speranza. Tra le zone rosse e quelle gialle. Tra gli spostamenti tra regioni si e gli spostamenti no. Tra negozi aperti e chiusura dopo il venti dicembre. Tra salute e crollo economico (di quello psichico non se ne occupa nessuno).
Tra un presente infinito e un futuro lontano e sbiadito. Mi sento figlia di una madre schizofrenogena, confusa e confondente.
La comunicazione schizofrenogena genera un doppio legame: quella incongruenza tra il linguaggio verbale e il non verbale che caratterizza le relazioni significative, per esempio quelle tra madre e figlio, e in questo caso tra il governo e noi.
Provo a fare un esempio: una madre chiede al figlio di fidarsi di lei, di parlare con lei, di essere affettuoso e di verbalizzare le sue emozioni. Quando il figlio tenta di farlo, tenta di abbracciarla e di parlarle, lei si infastidisce, si scosta, non ricambia l’abbraccio e non si sintonizza con le sue emozioni.
Questa pandemia scandita in maniera ritmica da aperture e chiusure, da liberi tutti ma con prudenza, da discoteche pericolosamente aperte e la colpa è degli adolescenti incoscienti, da locali per aperitivi aperti e ragazzi sin troppo aggregati, da bonus vacanze ma sarebbe stato meglio non partire mi fa sentire su una barca alla deriva: mi regala il mal di mare.

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