Tutta colpa dell’ansia. Un rapporto catastrofico segue un rapporto catastrofico che anticipa una crisi personale e ne sussegue una di coppia.
La sessualità si inceppa, annaspa, si paralizza e l’ansia diventa la protagonista assoluta: occupa tutte le stanze della vita dell’uomo spaventato.
L’intimità, figlia del coraggio e del mistero, diventa dispensatrice di paura e di ansia, trasformando la sessualità in un catastrofico atto amoroso. Scatta una sorta di alert inconscio, una spia lampeggiante che avverte del pericolo imminente: l’incontro con l’altro. L’ansia da prestazione si traveste da ansia da relazione e fa scappare a gambe levate l’uomo spaventato dallo stimolo fobico: la donna.
Accade però anche il contrario: l’ansia da relazione si trasforma in ansia da prestazione. La paura dell’altro e dell’altrove è un mostro che si nutre di diffidenza e paura, e inchioda all’atrofia del sentire. Così può capitare che quando la paura di amare si impadronisce di ogni pensiero e paralizza ogni emozione, la fuga dall’intimità e dalla sessualità diventa l’unica strada verso la salvezza del cuore. L’uomo inerte e inerme, prigioniero delle sue insicurezze, talvolta scappa, anche da sé stesso, altre volte chiede aiuto per amare ancora.
Il vuoto d’amore viene consacrato a luogo della paura, e viene immolato sull’altare sacrificale della paralisi emotiva e sessuale.
Sensazioni tanto terribili ma altrettanto potenti che trasformano l’ansia da relazione in ansia da prestazione e viceversa, confondendo le paure con i desideri. Soprattutto quelli rimossi.
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