Le app e gli algoritmi non smettono di stupirci. Anche in amore.
Per algoritmo si intende un insieme di regole o di procedure da seguire in modo perentorio per ottenere una soluzione a un problema. Ogni algoritmo deve portare a una semplificazione e a una soluzione del problema.
Immaginare che un possibile incontro amoroso sia un problema equivale a farlo diventare il sinonimo di qualcosa da dover risolvere.
Coniugare l’algoritmo agli esseri umani, inoltre. sembra un vero esercizio di fantasia. E intanto succede.
Quando parliamo d’amore, il sentimento più intenso, struggente e non controllabile che ci sia, ricondurlo a qualche formula magica sembra un’acrobazia mista a una forzatura, oltre che del tutto insensato.
Eppure, c’è chi ci prova e cerca di inserire i cuori infranti, single o fedifraghi che siano, in un’app.
L’algoritmo, poi, indossa magistralmente i panni di Cupido e crea le coppie.
Vengo rapita da più d’una perplessità.
Come fa l’algoritmo a sentire l’odore della pelle altrui? il sapore dei baci? l’immaginario erotico del pretendente? il tono della voce? Elemento predittivo dell’amore che verrà o che si schianterà.
Sarà un algoritmo visionario e creativo, immagino.
La passione, talvolta, si insinua lentamente tra le pieghe del cuore.
Ha bisogno di tempo, di spazio e di assenza per germogliare; ma di certo non si piega a regole e a grafici.
L’algoritmo e l’amore sono un connubio di grande fascino perché, nonostante le regole o non regole della modernità, abbiamo ancora bisogno di segni e di sogni.
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