Alessandra: dal talamo falsamente coniugale alla pensione per cani

Le vostre storie le mie parole.
Ho prestato la mia penna ad Alessandra che ha riparato il suo cuore accudendo quello altrui, ma a quattro zampe però.

Mi ha sposata e mi ha tradita. Sin da subito, senza scrupoli di coscienza e senza sensi di colpa.
Io l’ho sempre perdonato: perché ero profondamente innamorata, per il bene dei figli, per non addolorare i genitori, per paura di rimanere da sola.
L’ennesimo tradimento è stato atroce, più atroce di tutti. A mia insaputa aveva iniziato ad amoreggiare con mia sorella. Dopo un dolore che mi ha del tutto squadernato il cuore, ho deciso di rinunciare alla sorella che pensavo di avere e al marito che pensavo di avere. Mi sono separata.
Ho sempre avuto i miei cani a farmi compagnia e a sostenermi nei momenti di maggiore buio, così dopo la separazione ho deciso di dare uno spazio maggiore alla loro presenza nella mia casa. Mio marito e io avevamo l’abitudine di dormire in due stanze separate perché lui russava e io avevo il sonno leggero. Lui aveva uno studio tutto suo dove trascorreva la maggior parte del tempo durante il quale non lavorava e facevo finta di vivere in casa con me. Così, quando lui è andato via mi sono ritrovata con due stanze che mi parlavano di lui senza di lui. Il dolore era ancora atroce e non accennava a stemperarsi. I primi mesi dopo la separazione non riuscivo nemmeno a spolverare quelle stanze. Le tenevo chiuse, ma loro continuavano a parlare con me, senza il mio permesso.
Così decisi che non era più il caso di mantenere in vita il tempio dell’assenza, dovevo trasformarlo in un’amorevole presenza.
Avevo deciso di trasformare le due grandi stanze in due stanze per ospitare i cani delle mie amiche.
Una sorta di pensione amatoriale: io avrei fatto un favore a loro e loro uno enorme a me.
Iniziai così la mia seconda attività in perfetta sinergia con quella mia primaria da donna avvocato. Durante il fine settimana ospitavo i cani delle mie amiche in pensione. All’interno di ognuna delle grandi stanze misi tre grandi divani, tre separé in cartongesso e delle bellissime ciotole in pendant con gli arredi.
Le mie amiche potevano trascorrere il fine settimana al mare o in montagna sapendo di lasciare i loro amati cani in ottime mani, e io trascorrevo quei giorni che un tempo erano drammaticamente rossi sul calendario e quindi ancora più dolorosi in ottima compagnia. Era mia abitudine portarli in giardino tutte le mattine: giocavamo, ci ruzzolavamo, stavamo al sole, giocavamo a palla.
E io ero diventata una di loro: tanto cuore e poca testa.
Misi a disposizione delle mie amiche e delle conoscenti delle mie amiche la mia amorevole pensione anche per il mese di agosto. Un mese maledetto, intriso di solitudine e di malinconia. Quell’anno, fu il primo agosto della mia vita, da quando ho memoria, a dir poco meraviglioso. Per la prima volta, pur essendo da sola, non mi sentivo sola. I miei ospiti a quattro zampe avevano riempito la mia casa, la mia vita e il mio cuore.
E non mi manca più quello che un tempo pensavo essere il mio compagno di vita.

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