Agosto non perdona, settembre stermina

Quando riapro lo studio dopo le vacanze estive, mi chiedo sempre chi tornerà in seduta e chi invece scapperà via mosso da meccanismi di difesa o dal fascino delle facili risoluzioni vacanziere.
Penso e ripenso alle coppie traballanti che mi hanno consultata a ridosso delle vacanze: con urgenza, virulenza, come se si trattasse di una terapia salva vita, come se fossi la loro ultima spiaggia terapeutica.
Prima dell’inevitabile incontro con un legale. Prima dei sabati alternati e degli zainetti sempre pronti.
Prima dei ricatti e degli alimenti, quando l’oblio e la rabbia gli farà fare e dire cose indicibili e non fattibili, dimenticando di essersi un tempo amati.
Sono coppie ferite, maltrattate dal silenzio e delle verità taciute. Sono coppie arrabbiate e rabbiose che vengono in consultazione soltanto per dimostrare a sé stesse di aver tentato tutto.
Talvolta questo tutto accade quando è davvero troppo tardi, ed è veramente difficile poterli tirare fuori da quel buco nero nel quale sono caduti.
Un buco nero fatto di ferite che prendono il posto della cicatrizzazione, di silenzi che diventano rumorosi e taglienti, di amanti stagionali diventati compagni di letto e di vita.
Quest’anno, al rientro dalle mie vacanze estive, mi sono profondamente addolorata perché due coppie che avevo visto in luglio, non sono sopravvissute alle intemperie di agosto.
Il mese più freddo dell’anno.
Ho tagliato i loro nomi dalla mia agenda e nel mio cuore è rimasto un ricordo nitido dello sguardo liquoroso e spaventato di lei, e dello sguardo incredulo e punitivo di lui.
La colpa, come sempre, è stata addossata all’amante, ma in realtà chi ha tradito chi non è dato saperlo.

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2 Commenti. Nuovo commento

  • Gentile dottoressa leggo con interesse i suoi articoli ma colgo spesso da parte sua una classificazione che mi lascia perplessa tra le coppie che ce la fanno e quelle che non ce la fanno, tra chi traballa e chi avanza, tra chi riesce e chi tracolla, quasi tra chi è di serie A e chi di serie B. Quasi che chi non ce la fa non è sufficientemente attrezzato, è arrivato troppo tardi, ha la sindrome dell’eterna ricerca incompiuta. Spero che la mia impressione sia totalmente sbagliata, perché confido che chi esercita questa professione abbia sull’umano uno sguardo non riduzionista, ma complesso e variegato che consenta di preservare l’unicità di ciascuno senza maldestre classificazioni.
    Con fiducia….
    La saluto cordialmente

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    • Valeria Randone
      14 Settembre 2019 14:58

      Gentile Signora,
      lei è veramente fuori strada. Io non classifico nulla e non ci sono coppie di serie A e di serie B. ( terminologia che non mi appartiene!)
      Parlando dei miei pazienti in terapia, di chi si rivolge a me, ovviamente, parlo delle coppie sofferenti e delle motivazioni per cui sono sofferenti o traballanti.
      Se ha L ’abitudine di leggere i miei scritti, si renderà conto che le sue impressioni sono assolutamente sbagliate.
      Un cordiale saluto

      Rispondi

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