Le vostre storie, le mie parole. La storia di Marta e del suo amore adultero, falsamente redento.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Me lo dicevano le mie amiche, mia madre e anche mio padre. Mi guardava negli occhi inchiodandomi al muro della realtà e anche della verità, ma io nonostante ciò riuscivo a glissare, a scappare, a sgattaiolare da quello che mi faceva più male: la doppia vita di Giuseppe.
Giuseppe era stato un grande amatore, era stato ed è un bell’uomo, un professionista affermato, un uomo di successo che ha sedotto da sempre con tutto ciò che era il suo possesso: la sua mente, il suo cuore, le sue parole, la sua professione.
Seduceva ben consono di farlo e di saperlo fare.
Poi ha incontrato me, Marta, la sua Marta sin da subito sua, la sua piccola, fragile e ingenua, un po’ pasticciona, sempre perdutamente innamorata e credulona.
Il suo primo tradimento arrivò dopo un mese: dolorosamente smascherato e dolorosamente perdonato. Giuseppe mi aveva raccontato una bellissima storia: “era troppo presto, ci conoscevamo troppo poco, avevo paura dei legami, è capitato, non è quello che sembra, lei per me non conta niente, non volevo spezzarti il cuore, non accadrà mai più, esisti solo tu”. Ritornello che ciclicamente, invertendo l’ordine degli addendi, ripeteva come un mantra.
Avevo preso il mio cuore tra le mani, l’avevo guardato sanguinare, lo avevo medicato e glielo avevo restituito. Con tutto l’amore che era in mio possesso e anche quello che non pensavo di avere in corpo.
Il nostro rapporto continuò negli anni e negli adulteri, tra seduzioni e manipolazioni, tra ferite del cuore e cerotti sparsi qua e là.
Nel tempo ho imparato a capire che Giuseppe non sarebbe mai cambiato, e che la mia stabile presenza della sua vita gli avrebbe soltanto regalato un porto sicuro dove tornare e dal quale partire per meravigliose avventure orizzontali ogniqualvolta si sentiva annoiato, stanco o in trappola, oppure la mia presenza era diventata troppo pressante nella sua vita.
Adesso, tre anni d’amore e tre di terapia dopo, ho deciso che al suo posto scelgo me, soltanto me. Che lo lascio al suo destino di lenzuola disfatte e maleodoranti. Che non tornerò più indietro a ogni sua supplica o falsa confessione.
Adesso ho detto basta, sto male ma sono felice. Non avrei mai pensato che dolore e piacere potessero coesistere dentro di me.
Grazie dottoressa del mio cuore, perché lei il mio cuore lo ha riparato davvero.

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