Perdersi è più facile che trovarsi o ritrovarsi.
Accade così, pian piano, in modo drammaticamente silente ma rumoroso. E quando accade, dopo, non è più possibile tornare indietro. Passare dal caldo al freddo, dall’abbraccio fatto di pelle e di fiato all’aridità di quella distanza abissale e incolmabile dalla temperatura siberiana è impossibile.
Ci si perde in tanti modi, a volte si tratta di abbandoni in maschera travestiti da giusta distanza, dal mio spazio, da dopo, non ho voglia, ho mal di testa, sono stanca; altre volte si imbocca quel cammino in discesa (o caduta libera) in modo lento ma inesorabile.
I perché sono tanti, ma i come sono sempre gli stessi.
Le parole giocano un ruolo centrale. In amore si fanno armi e carezze.
Tra una parola non detta, una al vetriolo e una parola di troppo, gli amanti si feriscono e si allontanano.
Seguono le emozioni: il vero concime e frutto di quel legame. Ci sono quelle latitanti o non dimostrate, quelle taciute perché il partner muto non trova le parole per dirlo, perché pensa che siano inutili, scontate. Ovvie. Consequenziali all’essere coppia. Le emozioni congelate diventano negate; e la coppia sprofonda in quel buco nero che è l’inedia, l’incuria.
E per finire ci sono i gesti. Quelli mancanti e quelli eccessivi. Quelli mossi dalla rabbia che come la sabbia tutto inghiottono.
Quelli che prendono il posto della gentilezza e degli abbracci, dei baci e degli amplessi. I gesti frettolosi, liquidatori, intrisi di scontatezza, aggrovigliati in ragnatele chiamate noia, abitudine, invisibilità.
Anche chi si ama da sempre sperando che sia per sempre, anche chi non riesce a pronunciare il proprio nome di battesimo senza quello dell’altro come se fosse un nome unico, anche chi si è promesso fedeltà e continuità si può perdere.
Un pezzetto alla volta. Un silenzio alla volta. Una parola alla volta. Un gesto alla volta.
E poi si arriva a quel punto letale, quello di non ritorno, dove gli ingranaggi del cuore non manutenzionati si inceppano.
In quel luogo, anche gli amori più temerari, affondano nell’assenza e nella mancanza. E si smarriscono, per sempre.
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2 Commenti. Nuovo commento
Ho trovato il post con una tempistica incredibile, avevo finito una chiacchierata con mia moglie riguardo a i suoi cambiamenti e al fatto che non sia più l’stessa da un po tutto perché ho scoperto alcune cose s suo telefono è anche uscite di casa con escuse non spiegabili, volevo sapere volevo capire però lei nega tutto e mi da del pazzo e poi butta il problema verso di me e dice di non capire queste insicurezze e continua a negare, come diceva il post a volte ci si perde inconsapevolmente.
Buongiorno,
gli articoli così come i libri, non ci raggiungono per caso.
Si insinuano sotto pelle tramite porte invisibili chiamate solitudine o preoccupazione.
Proponga a sua moglie una terapia di coppia, potrebbe esservi d’aiuto.
Un cordiale saluto