La vicina di letto di mia zia si chiama Ada, nome di fantasia.
Ha settant’anni e vive in RSA da qualche mese. Ada ha una peculiarità: scorda ogni cosa. Non la trattiene se non per pochi minuti. La sua memoria è bucherellata e trattiene per poco tempo il nuovo lasciando spazio al vecchio.
Ada ricorda un amnesico: un viaggiatore senza bagagli.
La famiglia ha deciso di trasferirla in un ambiente protetto per paura che si smarrisca per strada, che lasci il fuoco acceso o altro.
Insomma, che le possa succedere qualcosa di molto grave.
La signora Ada si nutre di rituali sempre uguali: la fanno star bene o meno male. Sembrano farle bene al cuore.
Ogni giorno, talvolta anche più volte al giorno, tira fuori la borsa dall’armadio, l’appoggia sul letto, la guarda e inizia ad armeggiare.
Con fare certosino e meticoloso tira fuori ogni cosa per riporla sul letto in fila indiana.
Il portafogli, il beauty con l’ago e il filo, un piccolo spacchettino con la cipria, i fazzoletti di carta, le chiavi di casa, e altri oggetti sparsi che abitano dentro la la sua borsa.
Li guarda, parla da sola e a volte con mia zia che tanto non sente, guarda negli occhi ogni oggetto e poi lo ripone al suo posto.
Controlla che ci sia tutto e che tutto venga riposto nello stesso posto del giorno precedente, anche se nessuno tocca le sue cose.
Guardarla è ipnotico.
Quando termina si sente più serena e anche più felice. La sua fronte è visibilmente meno crucciata. Le sue mani rallentano e sembrano essere grate al cielo aver ritrovato tutto. La sua ansia è visibilmente più stemperata.
Ripone tutto nell’armadio.
Saluta mia zia che non ricambia e non la sente, e va dalle altre signore in soggiorno a guardare Forum, finché rimane traccia dentro di lei del rituale appena svolto.
Quando l’angoscia e il buco che ha dentro la risucchia nuovamente nel vortice del vuoto, la signora Ada ricomincia con l’armadio e la borsa.
Ieri le ho chiesto se mi dava l’opportunità di aiutarla, e mi ha permesso di richiudere le cerniere dei beauty, ma soltanto dopo la sua verifica e supervisione.
È stato molto intimo e lei molto dolce.

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