Con questa domanda spiazzante il dr. Fulvio Cerutti conclude la nostra intervista, e mi consegna a riflessioni postume.
Perché bisognerebbe avere paura di essere felici? Sembra quasi una contraddizione in termini. E intanto, accade. E accade spesso.
La paura di essere felici tiene a bada la paura di essere abbandonati, e la paura di essere abbandonati impedisce di essere felici. Davvero.
Così, nella terra di mezzo, tra la partenza e l’approdo, senza partenza e senza approdo, al riparo e in pericolo, le due paure antitetiche impediscono di arrivare alla meta e compromettono il percorso.
La paura di essere abbandonati impedisce di abbandonarsi davvero al sentimento profondo ed elitario dell’amore: rimanere in bilico tra il concedersi e il proteggersi, camminando come un funambolo sulla linea invisibile del controllo e della paura di perdere il controllo, impedisce all’amore di nascere davvero e di diventare longevo e profondo.
Ogni cambiamento spaventa e porta con sé un’istanza mortifera.
Scegliere di correre il rischio di essere felici, significa avere coraggio, cambiare, andare avanti e non indietro, e non rimanere immobili, nelle sabbie mobili del sopravvivere al posto del vivere. Affezionati ai sintomi e al malessere del cuore.
Talvolta in questa geografia inesplorata ci fermiamo, altre volte ci impantaniamo, e altre volte ancora ci rimaniamo.
Essere responsabili della propria felicità e non relegare al partner la colpa dell’infelicità è un atto eroico ed erotico; significa renderlo destinatario di un privilegio e di un progetto.
Tutto questo è faticoso e spaventa.
Così, talvolta, nel mezzo del cammino della nostra vita in maniera inconsciamente intenzionale rimaniamo immobili proprio dove stiamo male. Dove sopravviviamo. Nella terra del non felice e non triste.
Assumersi la responsabilità della propria felicità e del cambiamento spaventa, i sintomi e la zona franca si travestono e indossano i pericolosi panni dell’abitudine. Rassicurante e confortevole.
Quindi, alla domanda del Dr. Cerutti: fa più paura essere felici o essere abbandonati? Risponderei: fa più paura essere sé stessi. Tra fragilità e compensazioni.
Seguimi su Facebook (clicca qui) e su Instagram (clicca qui) e guarda le mie foto.
2 Commenti. Nuovo commento
Cara dottoressa,
io appartengo a quelle donne che hanno perso fiducia negli uomini e che hanno paura di essere ancora ferite. Dopo essere stata lasciata e aver sofferto moltissimo per questo (ancora adesso dopo un anno e mezzo), la ferita resta aperta e mi impedisce di vedermi accanto ad un altro, mi rende impossibile pensare che un altro uomo possa rendermi felice come lo sono stata con lui. Ho paura di lasciarmi andare nuovamente e temo che se anche incontrassi l’uomo migliore di questo mondo, non lo “riconoscerei”. Come posso fare per lasciare andare e ricominciare a vivere? Grazie. Silvia 72
Buonasera Silvia,
si chiama elaborazione del lutto.
È un percorso obbligato e obbligatorio, faticoso e doloroso, che serve proprio ad andare avanti.
Talvolta, però, il lutto diventa patologico.
Le suggerisco di cercare dentro il mio sito mettendo la parola chiave.
Troverà tante letture sul “dopo”.
Su come ricominciare e su come lasciare andare un amore che non ha avuto la forza di abitare il futuro.
Una consulenza individuale, poi, diventa la strada da poter percorrere.
Un caro saluto