La storia di Anna, lasciata dal marito per una giovane amante.
Anna è stata lasciata all’improvviso. Non se lo aspettava. Pensava che a lei non sarebbe mai successo. Era convinta che il suo matrimonio era talmente saldo da essere immune da tentazioni. Anna era stata dolce, amorevole, presente in casa e con i bambini, sino a trascurare sé stessa. Ma nonostante ciò, è stata lasciata.
Come tutti i tradimenti che si rispettino, il marito di Anna, uomo austero e over sessanta, in piena crisi di mezz’età, aveva preso una sbandata per la sua segretaria: donna giovane, bella e spensierata, che lo ha sedotto e portato a sé.
Anna non si rassegna e non smette di amarlo e di odiarlo, e anche di pedinarlo. Il suo ex marito diventa il suo chiodo fisso. Il suo disturbo ossessivo. Il suo pensiero intrusivo, diurno e notturno. Il suo incubo e desiderio ricorrente. Il suo mal di pancia. La sua fame e la sua inappetenza.
Anna fa di tutto per riconquistarlo. Lo tempesta di email amoreggianti e minatorie. Lo segue, lo insegue, piange, finge malori, intemperie della vita e pericoli imminenti.
Ma il marito ha deciso: ha scelto e non cambia idea. Desidera continuare a vivere con la segretaria.
Anna giunge in consultazione con il cuore a brandelli, ben oltre ogni possibilità di riparazione. Mi racconta del tradimento subìto, e del danno immenso che quest’uomo le ha arrecato. Mi dice che senza di lui non vive, non respira, non mangia, non dorme.
Le sedute si sono trasformate in un lago di lacrime. Un luogo di contenimento affettivo che sembrano accudire questo squarcio profondissimo e sanguinolento. Anna non si capacita. Non capisce come mai il suo amato marito abbia scelto un’altra donna al posto suo.
Pian piano la rabbia lascia il posto all’elaborazione. Le lacrime lasciano il posto alle parole. La Santa inquisizione del marito adultero diventa introspezione. Anna pian piano inizia raccontarmi di quelle notti in cui lui dormiva sul divano e lei a letto con i bambini. Inizia a rievocare quei pranzi silenziosi e muti in cui l’unico rumore di fondo era quello delle forchette sul piatto. Rievoca quelle domeniche infinite senza emozioni e senza abbracci dove ognuno dei due stava seduto su un divano diverso, senza sfiorarsi, senza guardarsi, senza amarsi ancora.
Ripesca dal passato doloroso e rimosso il loro silenzio del sensi, la sua anorgasmia, la fretta del piacere del marito, i silenzi che puniscono e le frasi che feriscono, gli sgambetti e l’assenza del marito che spesso diventava mancanza di rispetto; e mi dice che adesso ha capito.
Il loro matrimonio era già finito prima che finisse e che forse la giovane e audace segretaria le ha fatto un regalo: l’ha obbligata a scegliere.
Adesso che abbiamo rielaborato e riletto il passato, Anna è pronta a dargli una degna sepoltura e a farlo riposare in pace come si fa con le persone care che non si sono più.
Del resto, come si può cominciare qualcosa di nuovo se si ha tutto ieri ancora dentro di sé?
Di solito uomini e donne vengono in studio quando i desideri che hanno respinto e ignorato a lungo li fanno finire nel letto sbagliato.
Questa volta Anna è venuta da me perché il marito era finito tra lenzuola peccaminose e inedite, che pensavano essere sbagliate ma che si sono rivelate un regalo.
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2 Commenti. Nuovo commento
Excelente articulo!!!!!
Grazie.