La domanda sembra brutale, ma il senso è più o meno questo.
In realtà, le domande poste ad alcune delle mie pazienti per uno studio, riguardavano il ruolo ed il significato di un marito nella loro vita: concreta ed affettiva.
Le risposte ricevute sono state le più svariate, e tutte, più o meno, ricordavano gli alibi da talamo coniugale.
– serve a fare un figlio
– ad andare via dalla casa genitoriale
– a portare un figlio a scuola o in palestra
– ad accompagnarmi dal medico
– a dividere le utenze, il mutuo o l’affitto
– ad andare in vacanza
– a presenziare alle cene di famiglia o amicali
– a cambiare una ruota
– a portare l’auto a fare la revisione
Tutte le risposte, anzi quasi tutte a dire il vero, adducevano motivazioni concrete e non emozionali.
Sembra che un marito serva a sbrigare cose concrete, concepimento incluso.
Le emozioni, l’eros e la passione straripante da amore vero non sono contemplate nel rituale d’amore matrimoniale.
Inoltre la sessualità sembrava essere annoverata alla voce della lista delle cose da fare, o meglio, delle cose smarrite.
Dai racconto dei mie pazienti emerge che la vita che hanno costruito insieme non viene associata ad un futuro emozionalmente desiderabile, le paure profonde si intersecano ad allarmanti dati di realtà come l’assenza di un lavoro certo, o un doppio reddito, e altrettanti allarmanti dati personologici, come la mancanza di un baricentro psichico di ogni partner.
I matrimoni, oggi, sono drasticamente in diminuzione a favore di nuove forme di unione, la convivenza.
Legame meno impegnativo associato alla segreta scappatoia nel caso la condizione della coppia dovesse precipitare o stare stretta.
L’uscita di sicurezza è sempre a portata di mano e per di più senza legali, dispendio di denaro, alimenti postumi e case in lascito alle mogli.
Il matrimonio viene interpretato come una sorta di “viraggio a rischio” dell’esistenza del singolo, gli unici vantaggi sembrano essere relativi alle cose concrete, cosi, la condizione da amante cronico come pusher di emozioni continua a mietere vittime.
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