La lettura di questo articolo è consigliata ad un pubblico di nostalgici.
C’era una volta il pudore, e c’erano i suoi meravigliosi effetti a cascata sul desiderio.
Per pudore si intende quel sentimento tra vergogna e gradualità, che ricorda un atteggiamento o un comportamento di naturale riservatezza nei confronti degli estranei.
Il pudore non riguarda solo la vita sotto (o sopra) le lenzuola, ma si estende alla casa delle emozioni. Al corpo e all’anima. Caratteristica sempre più rara da trovare, quasi in estinzione, evoca un tuffo al cuore quando la incontri. Il brivido dell’inedito.
Quel pudore, così impalpabile ma così vero, che quando lo intercetti nel tuo interlocutore ti fa obbedire alla gentilezza e all’’educazione. Al garbo e al rispetto.
Mi piace immaginarlo come uno spazio interno, che risiede dentro ognuno di noi; un valore che porta certe persone a vivere con dignità e riserbo, pensando al rispetto per l’altro come la base per una vita sociale seria e serena.
Lo immagino come un velo, che invece di essere brandito e sventolato, viene lentamente dismesso quando ci sentiamo a nostro agio con la persona che amiamo. L’unica scelta tra mille.
Il pudore di una confessione, di un racconto, che facciamo soltanto a lui o a lei , e a nessun altro.
Quella risata di condivisone per lui e con lui, quel pezzo di cielo che inviamo al mattino appena svegli, e quel pensiero della buona notte quando la stanchezza prende il posto dell’imperatività. Quelle parole non dette, e quelle dette. Quelle emozioni e quel vissuto. Quell’intimo ricercato e quelle frasi d’amore e di passione, luogo dell’eros dove si abita in due. Dove il destinatario di un privilegio diventa il tuo partner e nessun altro.
Questo è per me il pudore.
Se tutto diventa di tutti, si smarrisce ogni valore. Diventa una sorta di mercato ortofrutticolo, dove ognuno espone la propria merce in un’agorà reale o peggio ancora virtuale.
Oltrepassare piano piano, con gradualità, quella diga di buon senso, di rigore, di paure e difese della psiche, ha un non so che di magico, di seduttivo.
A volte penso che dovrebbe tornare di moda l’attesa e la vergogna.