Buongiorno dottoressa,
dieci righe sono poche per raccontare trentatré anni di vita con un narcisista patologico, due figlie meravigliose, un lavoro che non mi permette di andare via (ne sto facendo anche un secondo lavoro da poco per riuscire un giorno a scappare). La sofferenza è grande. Cammino con la morte nel cuore.
Rientrare rientrare a casa è una sofferenza, non riesco ad essere forte, cerco di immaginare il mio futuro facendo progetti mentali che mi aiutino ad andare avanti.
Vorrei un aiuto di qualcuno che mi ascolti, ma per ora non me lo posso permettere; servirebbe ad entrambi secondo me, perché lui non ammette di avere un disturbo della personalità ed io non riesco più a gestire questa situazione
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Sono stanca.
Gentile Signora,
dieci righe sono pochissime e trentatré anni sin troppi. Una questione di cuore o una consulenza (online o de visu) non è equiparabile a una terapia di cui le ha bisogno.
Le terapie si fanno anche in convenzione, non servono grandi investimenti di denaro, ma di cuore si!
Non le serve un ascolto ma un professionista.
Se, però, non lo ha fatto prima ci sarà senza dubbio più d’un motivo per non farlo. Quindi, anche lei è complice di così tanta sofferenza.
Le allego delle letture e un libro – segua le parole che trova in rosso nel testo – per cominciare. Ma vada in terapia. I narcisisti non vanno mai in terapia e se lo fanno non partecipano.
Un caro saluto
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