Buongiorno,
sono un uomo di cinquantasei anni, sposato da trenta. Alcuni mesi fa ho avuto una relazione extraconiugale e dopo aver chiuso con la stessa è scattato in me un “rigurgito” di ricordo amaro legato al primo uomo di mia moglie, con il quale ha perso la verginità.
Non ho mai digerito questo passato, ma amo profondamente mia moglie. Adesso mi chiedo: non ho mai superato il suo passato e quindi inconsapevole l’ho tradita per fargliela pagare?
Perché il mio tradimento ha spolverato questo pensiero creando malessere più del tradire? Sono davvero confuso e demoralizzato.
Grazie
Partirei della fine. Ha escogitato una fantasia deresponsabilizzante con aggiunta di gelosia retrospettiva per dare un senso al tradimento.
Proseguirei con qualche conto spicciolo: cinquantasei meno trenta sono ventisei anni. Quindi lei si è sposato a soli ventisei anni, direi giovanissimo. Immagino che qualche desiderio inespresso o represso ce l’avesse ancora nel cassetto. Arriviamo alla non verginità di sua moglie. Perché non l’avrebbe dovuta perdonare? per cosa? di cosa? di avere amato o non amato e avuto dei rapporti sessuali con un altro uomo mentre lei non esisteva nemmeno nella sua vita?
Se ribaltiamo la questione e invertiamo i generi e i ruoli, lei ha avuto una relazione mentre stava con sua moglie (non è un’accusa, ovviamente). Questo per dirle che in questo gioco di ruoli e di proiezioni lei vive il passato di sua moglie – si chiama passato perché non è presente – come una minaccia, un tradimento.
Ricapitolando: dovrebbe fare pace con la sua sessualità e la sua gelosia retrospettiva, con quella di sua moglie e capire le cause che l’hanno spinta a tradire.
Non penso possa farlo da solo, le servirebbe un professionista, preferibilmente sessuologo clinico.
Chi ha piacere di ricevere i miei scritti e video in e-mail, può iscriversi in maniera gratuita alla mia newsletter settimanale e al mio canale YouTube.
Chi ha una questione di cuore da raccontarmi e gradirebbe una risposta può scrivere qui.
