Gentile dottoressa,
parlo di emotività e sensibilità. Scambio delle chat con un uomo più grande di me, durato per anni.
Lui è sposato, io impegnata.
Abbiamo parlato tanto.
Lui sarebbe stato disponibile ad altro, ma io rimango ferma ad osservare. La moglie legge le chat, lei mi avvisa quasi come fossi stata una vera amante e dice che devo auto eliminarmi; cosa che faccio subito. Lui sparisce.
Cosa sono gli uomini se non riescono nemmeno a scusarsi e pensare alla sensibilità altrui violata?
Cara Signora,
che gran confusione tra il sentire e il volere. La responsabilità non è sempre degli altri. Lei stava a guardare ma scriveva in chat, perché? Cosa aspettava? che si separasse? che scegliesse? cosa? che significato ha avuto quest’uomo per lei? era un parco giochi? un ansiolitico? un afrodisiaco? le serviva per reggere il suo legame ufficiale?
I legami dovrebbero essere chiari: amanti, legami alla luce del sole, amicali, in transito verso.
Credo che tra voi e in voi non ci fosse nessuna chiarezza ma una coltre di nebbia e, forse, ma non la conosco quindi lo prenda con le pinze, un conflitto tra il volere e il sentire.
Avreste potuto chiudere – cosa non mi è chiaro – in maniera più elegante e coerente, ma la paura ha preso il posto del bon ton.
Auguri per tutto
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