La mezza mela disfunzionale è più frequente di quanto si possa credere. Non si tratta di amore, ma di incastri imperfetti che sembrano essere perfetti. Si tratta di (non) amori che sono molto più frequenti di quanto si possa credere. Vivere un amore così è il modo migliore per non amare mai e non essere amati.
Si tratta di scelte collusive e inconsce, mosse da una sorta di radar profondo e potente che si va a sintonizzare con quello che nell’altro tiene in vita le crepe del cuore. Non sempre le scelte amorose nascono sotto i migliori auspici. Talvolta, molte persone scelgono un partner compatibile per problematiche caratteriali, personologiche o per disfunzioni sessuali compatibili (ma di questo ne parlerò in un prossimo articolo). Per tanto altro che è decisamente lontano dell’amore.
Anime gemelle disfunzionali. Quali sono? Come si riconoscono?
Tra le anime gemelle disfunzionali più compatibili che ci siano, abbiamo la classica coppia formata da un narcisista e un partner dipendente affettivo, da una donna che soffre di vaginismo e un uomo che soffre di deficit erettivo psicogeno primario o di angoscia da vagina dentata, una coppia formata da uno stalker o manipolatore e da una donna fragile che soffre disturbi dell’umore, di depressione, di disturbi della sfera oro-alimentare, di fame d’amore.
Questa coppie si formano in un batter d’occhio, l’amore o la trappola amorosa per non amare davvero nasce in un baleno, come un fulmine a ciel sereno.
In questo articolo abbasso la lente d’ingrandimento sull’amore che fa male; degli incastri sessuali disfunzionali ne parlerò in seguito.
Uno dei più grandi errori, anzi trappole, dell’amore tossico è quello di confondere la persona immaginata con la persona reale.
Quello che in clinica si chiama divario tra idealità e realtà. Questa trappola diventa quel luogo magico da abitare e arredare, che da lì a breve si trasformerà in un tunnel buio e asfittico. Affinché tutto questo avvenga, i protagonisti del pasticcio amoroso dovranno essere un partner manipolatore e l’altro bisognoso (o affamato) d’amore, con carenze affettive pregresse che cerca maldestramente di riparare all’interno di un legame disfunzionale.
Quando ricevo in studio delle donne affamate d’amore, in preda a quella sorta di delirio mistico che le porta a non vedere e a non sentire la realtà, hanno quasi tutte un’ abitudine singolare: quella di chiamare il loro uomo così: “l’amore della mia vita, la persona più importante che mi sia mai capitata, un regalo della vita, il grande amore”.
Un processo lampante di idealizzazione del legame, con una massiccia negazione della realtà, soprattutto quella dolorosa e sgradevole.
È molto raro che queste donne così tanto grate alla vita per questo dono sceso dal cielo chiamino i loro partner per nome, come se non volessero sporcarlo con un bagno di realtà e per enfatizzare sempre di più il loro ruolo nella loro vita.
Si tratta prevalentemente di donne affamate, quella stessa fame che alcune pazienti bulimiche mi portano in seduta. Quella fame che non riempie lo stomaco e non ripara il cuore, che non riuscirà mai a colmare quel vuoto interiore che continua a sanguinare pur di essere ascoltato. Allo stesso modo, nessuno al di fuori della persona stessa, con aiuti mirati e competenti, può riempire davvero quel vuoto.
Tutto quello che sembra nutrire, in realtà, nel tempo, affama ancora di più.
Gli amori tossici, la maggior parte delle volte, in maniera paradossale e perversa, vengono associati all’amore più grande del mondo e all’amore con la A maiuscola perché vengono percepiti come l’amore più grande, il più intenso, il più folle, quello che fa vibrare di più, quello che regala più orgasmi, lacrime e sospiri.
Quello senza il quale non si riesce a vivere e nemmeno a sopravvivere. Quello dopo il quale non si potrà più amare (falsità plurime).
L’amore è veramente un grande antidoto contro la vita vuota, ma per poterne fruire ed usufruire bisogna principalmente imparare ad amare se stessi. Soltanto così e soltanto da qui è possibile incontrare l’amore vero, l’amore sano, l’amore maturo e rispettoso.
Le caratteristiche dell’amore tossico e della mezza mela disfunzionale
Gli amori che fanno male hanno più o meno le seguenti caratteristiche:
- Asimmetria e instabilità
Una delle prime caratteristiche degli amori tossici è l’irregolarità, l’asimmetria, la sperequazione dei ruoli e delle dinamiche. Si tratta di partner che a volte amano a dismisura, altre volte ignorano e altre volte ancora sono presenti in maniera intermittente generando nell’altro un’angoscia profonda e un bisogno ancora più estremo. - Coazione a ripetere e perseveranza
Un’ulteriore caratteristica degli amori asimmetrici e tossici è che obbligano la parte più fragile a non cambiare traiettoria e nemmeno strategia. Il partner affamato insiste in continuazione: sbaglia e ripete lo sbaglio, non analizza la realtà, ma per fame, per paura di perdere il partner amato e bisognoso, ripete gli stessi sbagli nel tempo. Il partner più fragile e più bisognoso cerca in tutti modi di riparare, di ottenere quello che gli manca e persevera in un atteggiamento disfunzionale di sottomissione mosso dalle diaboliche fila della coazione a ripetere.
Quel meccanismo potente e prepotente della psiche che obbliga a rifare sempre gli stessi sbagli, finché non si decide di analizzarlo in terapia.
(Molte donne muoiono da efferate coltellate perché non analizzano e curano in tempo la coazione a ripetere che le porta a tornare sempre con il loro uomo violento). - Sessualità intensa e appagante
Un’altra caratteristica degli amori asimmetrici è la sessualità: come lei non c’è nessuno! La turbolenza emotiva che caratterizza gli amori disfunzionali continua imperterrita e non trova pace, così tra gli alti e bassi di questa giostra emozionale, la coppia vive una delle migliori intimità possibili.
Il partner più fragile utilizza la sessualità per dimostrare all’altro che lei, o lui, rappresenta l’altra metà del cielo o delle lenzuola: l’uomo o la donna della sua vita. Con questo atteggiamento devoto e sottomesso cerca di mostrarsi come un amante meraviglioso, in grado di infrangere i limiti del piacere per portarlo ad esplorare vette emozionali e orgasmiche mai viste prima.
In realtà, l’intensità della sessualità è direttamente proporzionale alla disfunzionalità del rapporto di coppia. - Miopia funzionale. Occhio che non vede cuore che non sente
Il partner zoppicante, dichiaratamente sottomesso, ignora tutti i messaggi chiari che invece avrebbe dovuto e potuto osservare. In realtà viene colto da una sorta di miopia funzionale: vede ma fa finta di non vedere. Inizia a capire che quella piccola mancanza, quella frase aggressiva, quell’assenza in un momento inopportuno si sarebbe potuta evitare, ma fa finta di non vedere per evitare di dover prendere una decisione. Si rende conto di non essere la priorità del partner, ma nonostante ciò la paura della solitudine e la fame d’amore governano ogni azione e ogni sottomissione.
Il partner è narcisista, tra le altre cose, è molto offensivo. È sin troppo sincero (lui si definisce così), non si tratta però di un eccesso di sincerità ma di una bella e buona mancanza di educazione. In maniera altamente strategica utilizza la sua aggressività verbale per ricordare la sua posizione gerarchica superiore e per instillare la paura dell’abbandono.
Tutto il male che hai ricevuto quando eri piccolo non solo non si estingue con gli anni, ma pone le basi affinché ti venga riproposto da adulto innamorato.
Come sempre parte tutto da la giù, dalle terre dell’infanzia. A volte i genitori, anche se mossi da tutto l’amore di questo mondo, sono incapaci di una reale affettività, quella che nutre e che aiuta a crescere in maniera sana ed equilibrata.
Alcuni genitori sono stati anaffettivi o disaffettivi, estremamente aggressivi o passivi-aggressivi, estremamente collerici, dichiaratamente algidi o vagamente algidi, mossi da un’emotività lunatica e scostante, assolutamente imprevedibili.
Questi genitori, a loro volta, saranno stati figli di genitori problematici, che hanno lasciato un’eredità d’affetti instabile e bucherellata.
Hanno creato le basi per una fame d’amore incontrollabile e insaziabile, e hanno candidato i figli alle braccia disfunzionali degli amori tossici. I bambini cresciuti in questo clima di ambivalenza si sono convinti che l’amore va meritato o barattato, che implichi distanza, discontinuità, temperature gelide o collerica del rapporto amoroso, dolore e sofferenza.ma in realtà, sappiamo bene, che l’amore non è questo e non si nutre di questo non quello sano.
Diventa indispensabile affrontare questo dolore primario per evitare di consegnare l’amore ai disastri dell’infanzia.
Soffro, quindi amo. I segnali che ci fanno capire di essere guariti
L’amore è un sentimento incontrollabile, un’emozione intensa allo stato puro che spesso ci porta a non scegliere chi amare. Ma gli incastri apparentemente perfetti e improvvisi celano altre verità. Un partner che non vuole diventare adulto e l’altro che vuole esercitare il suo potere incarnando un ruolo falsamente paterno danno vita a un legame letale. La vittima e il carnefice si fondono e confondono e nessuno dei due potrà amare in maniera sana e adulta altro e altrove.
Anche dagli amori dannati si può guarire.
Un uomo o una donna si possono considerare guariti quando avranno occhi per vedere i difetti dell’altro, avranno orecchie per sentire ( e riconoscere come tali) quelle parole aggressive e offensive. Quando riusciranno a distinguere un comportamento egoista, meschino e avaro da uno parsimonioso o generoso. Una carezza da uno spintone. Un insulto da un abbraccio verbale. Uno stalker da un partner che prova una sana gelosia.
Un uomo o una donna possono essere considerati guariti quando inizieranno a mantenere la giusta distanza tra il loro mondo interno e quello dell’altro.
Quando non si faranno più sottomettere o manipolare, quando non si faranno schiacciare la testa pur di ricevere una carezza. Quando smetteranno di entusiasmarsi e di trovare incredibilmente attraente ed eccitante una persona dall’animo nero.
Un altro segno di chiara guarigione è quando un uomo o una donna inizieranno a provare interesse verso una persona diversa, dall’animo nobile e buono, sincera e generosa. Del tutto distante dai loro vecchi e disfunzionali modus operandi amorosi.
Un altro segnale incontrovertibile di guarigione è quando un uomo o una donna giungono, finalmente, alla conclusione che amare chi non lo merita e chi non ricambia è un gesto masochistico; e che nessuno può modificare o guarire nessun altro. Questo è il punto di partenza verso mete sane e nuovi belvedere.
E, per finire, quando decidono di andare in consultazione: luogo dell’abbraccio, delle parole che curano e della guarigione.
17 Commenti. Nuovo commento
Bellissimo articolo. Grazie.
Grazie a Lei per il riscontro.
Concetti come sempre trasmessi con parole dirette, chiare, inequivocabili. Grazie!
Grazie!!
“Dagli amori dannati si può guarire”
Un grande incoraggiamento per chi si rispecchia nel profilo della parte più fragile e crede di non poter guarire.
Grazie
Buongiorno Simona,
assolutamente sì, dagli amori dannati si può guarire.
Il percorso non è facile e nemmeno indolore, ma affinché inizi e porti sulla strada della guarigione totale diventa indispensabile riconoscerli come dannati.
Un caro saluto.
Grazie per questa chiara analisi.
Grazie a Lei per il riscontro.
Analisi competente illuminante la professionalità non delude mai
A lei la mia gratitudine Enrico Bosio
Grazie. Le sue parole sono un inno alla speranza, una conferma che si può guarire dal dolore guardando profondamente dentro se stessi e al contempo guardando altrove.
Grazie a Lei per le belle parole.
Gentile dottoressa,
ho conosciuto entrambe le tipologie di uomo: uno sincero, altruista, intelligente, equilibrato, con un gran cuore ma con poca iniziativa e molto poco interessato al sesso, insicuro e con eiaculazione precoce. L’altro narcisista patologico (e ho detto tutto ) seppure capace di atti e parole di incredibile dolcezza verso il quale ho avuto un’attrazione sessuale molto forte. Il primo è il mio convivente da molti anni e mi ha sempre sostenuta anche in momenti molto difficili; col secondo ho interrotto per fortuna e anche perché costretta a chiudere per motivi contingenti.
Ho 50 anni. Mi fa paura lasciare il mio compagno per la poca intesa sessuale, temo di trovare altri uomini che non abbiano il suo bel carattere e la sua dolcezza.
A volte mi chiedo se è meglio avere qualche avventura se mi capiterà ma rimanere con lui. È una soluzione comprensibile oppure non è una soluzione? Cosa ne pensa al riguardo?
Gentile Alessandra,
grazie per il Suo racconto.
L’amante come antidoto alla noia e alla (non) felicità non è mai una scelta coraggiosa, ma denuncia paure, solitudini mascherate e conti aperti con il passato.
Ci sarebbe tanto da dover sapere e dire, ma in sede ben protetta e de visu, non online.
Valuto di chiedere una consulenza o più d’una: luogo dell’ascolto e della chiarificazione profonda.
Auguri per tutto.
È la prima volta che leggo qualcosa di chiaro e completo sull’argomento.
Io ho avuto un’esperienza di amore tossico, ne sono uscita con l’aiuto della terapia. Il mio corpo e la mia mente mi parlavano e io non ascoltavo nulla. È stata l’esperienza più dura della mia vita: amare, capire che la relazione ti sta rovinando, darti la colpa, rimanere incastrata, credere che tutto cambierà se tu cambierai. Se ne esce capendo i meccanismi che ti incastrano, stando in silenzio e non mettendo noi in atto i meccanismi e ascoltando bene e guardando bene come l’altro ci sta trattando vedremo le cose come stanno e non ci daremo la possibilità di auto incolparci. Fatevi aiutare.
Grazie Katia per il suo racconto.
Ho dovuto cancellare il suo cuoricino perché il sito non lo accetta, ma la ringrazio, lo riporto a parole e ricambio.
Grazie Dottoressa
Mi chiedo se si possa davvero guarire da una madre anaffettiva e da un’infanzia in cui i bisogni sono stati sempre disattesi …ho seguito dei percorsi di terapia che mi hanno aiutato a guardarmi dentro e capire l’origine del mio disagio, ma non mi hanno aiutato a riempire i vuoti
Con quelli deve fare pace, li deve guardare in faccia, li deve accarezzare, volere bene, attraversare.
E se non si sente fuori dal tunnel cambi terapeuta.
Un caro abbraccio