La figura del padre è sempre stata molto trascurata.
Padri assenti, spesso dediti al lavoro o impacciati nel camminare in territori affettivi per loro inseriti venivano sostituiti, nei casi più fortunati, da madri presenti e ingombranti. Sostitutive di un ruolo maschile vicariante.
Nei casi meno fortunati, da nessuno.
La madre ha da sempre occupato tutta la scena familiare: dalla gestazione al parto, dai primi passi ai compiti, sino ad arrivare alle prime confessioni amorose, proprio perché donna.
Negli anni trenta, la figura del padre, detto per l’appunto “padre-padrone“, si occupava di tutto quello che riguardava la vita fuori casa: del lavoro, del guadagno, delle incombenze extra-affettive, e stabiliva le linee guida relative al comportamento e all’educazione morale dei figli. Una sorta di tacita riparazione dei ruoli e dei compiti, in sintonia con il genere.
Alla madre spettava tutto il resto, ma, in realtà, era una sorta di Cenerentola educativa.
Negli anni a seguire, dal “padre autoritario” siamo passati al “padre assente“.
Momento storico caratterizzato da famiglie a doppia carriera, la figura del padre ė divenuta quasi del tutto invisibile. Evanescente, pericolosamente assente.
Padri che lavorano fuori casa con orari improponibili e scarsamente compatibili con le necessità affettive psichiche dei figli.
Questi padri, pressoché invisibili, venivano affiancati da figure femminili forti, ingombranti sul piano psichico, autoritarie e onnipresenti.
Donne che nel tempo hanno tolto spazio, tempo e intimità al rapporto padre-figlio.
Questo stile di genitorialità ha capovolto i ruoli familiari facendo passare un messaggio di scarsa coerenza e di scarsa collaborazione tra i sessi. Quelle solite dinamiche di ambivalenza è scarsa collaborazione con cui devono poi fare i conti i figli.
Siamo passati dall’assenza del vecchio capo di famiglia normativo, con le spalle larghe, presente e onnipotente, da cui derivano le regole morali, alla latitanza educativa del padre.
Il padre è una figura di fondamentale importanza per la crescita psicologica e psico-sessuologica del bambino.
- Che ruolo ha il padre?
- Di cosa dovrebbe occuparsi da quando il suo bambino viene al mondo?
- È indispensabile che sappia cambiare un pannolino?
- Che sappia fare una pastina?
- Che vada al parco con lui?
- O che gli insegni ad andare in bicicletta senza rotelle?
- Che lo prenda a scuola?
- Che lo aiuti a crescere?
- Che lo guardi cadere, e che gli insegni a rialzarsi?
Il padre è un punto di riferimento concreto su cui costruire l’identità del bambino.
- È colui che simbolicamente spezza il cordone ombelicale tra madre e bambino, prima che il legame diventi asfittico.
- Ė colui che contiene simbolicamente e autorevolmente il bambino, guidandolo fuori dal confine dell’abbraccio materno.
- È colui che alternandosi alla madre durante le fasi di regressione all’utero materno, lo aiuterà ad avere coraggio, a crescere, ad agire una spinta sana e fallica verso l’esterno; al fine di conquistare la sua autonomia e la sua identità.
Identità del bambino e ruolo paterno
Lo strutturarsi dell’identità sessuale del bambino passa attraverso varie fasi, durante le quali una buona armonia e chiarezza tra i sessi diviene determinante per facilitare lo strutturarsi dell’identità sessuale.
La determinazione biologica, la consapevolezza del genere, l’acquisizione progressiva dei comportamenti sessuali – imitazione dei comportamenti genitoriali – e per ultima, la fase della preferenza e della scelta sessuale.
In famiglie equilibrate e armoniose (il che non significa sprovviste di tensioni o litigi) e senza grandi ed evidenti disagi relazionali, la figura paterna e materna si alternano con vicendevole amore e capacità accuditive, senza manipolazioni o rappresaglie, aventi spesso come palio o trofeo, l’amore dei figli (ma non per i figli).
La figura del padre interagisce con la madre durante queste delicate fasi di costruzione dell’identità sessuale, senza manovre subdole o conflittualità da prima donna.
Una buona madre fa si che il padre entri in scena senza rappresaglie o attacchi acuti di gelosia per il primato affettivo nei confronti del figlio.
La crescita psicologica del bambino non dovrebbe essere una corsa ad ostacoli durante la quale contendersi il premi per il più bravo, o il più presente, ma un’ amorevole cooperazione con un obiettivo comune : la crescita e il benessere psicologico del bambino.
Conclusioni
Stalker, femminicidio, abusi e soprusi che occupano quotidianamente le pagine dei giornali fanno ipotizzare la mancanza del padre.
I ruoli genitoriali diventano, oggi ancor di più, di fondamentale importanza per crescere adolescenti sani che diventeranno gli adulti di domani.
Adolescenti ribelli e disorientati cresciuti con uno smartphone facente funzione genitoriale, pane e pornografia, che seguono modelli scarsamente adeguati, rappresentano uno spaccato sempre più rappresentativo di un evidente disagio.
È giunto il momento di restituire alla figura paterna spazio e tempo, associata a una rinnovata e ritrovata identità maschile. Senza provare disagio, vergogna o estorcere al politicamente scorretto verità cliniche che non ci sono.