Quando siamo innamorati, anzi, quando amiamo, quando il sentimento provato diventa talmente profondo e stabile da superare le onde anomale della vita, ci sentiamo al sicuro.
Nulla ci può accadere. Il nostro amato, esattamente come un paladino della giustizia, ci proteggerà sempre. O almeno così crediamo.
Le ingiustizie, le cattiverie, gli sgambetti della vita verranno ammortizzati perché noi tutti, quando amiamo davvero, ci trasferiamo in un altrove dove niente e nessuno può più farci del male. Ci nutriamo d’amore e ci scolliamo dalla realtà circostante, azzerando del tutto l’esame di realtà.
Ci sentiamo esattamente come quando da neonati venivamo cullati dal liquido amniotico. Nuotavamo, respiravamo senza sforzo anche in assenza d’aria, venivamo cullati e stavamo al caldo. In quella bolla meravigliosa e magica, niente e nessuno poteva mai farci del male.
Quando ami, sposti il tuo baricentro psichico – sbagliando, ma senza l’obnubilamento della coscienza nessun amore nasce – sul tuo principe azzurro, sulla relazione di coppia, su altro da te.
La nutri, la concimi e l’accudisci per far sì che germogli, che cresca sana e forte, resistente alle mareggiate, ai giri di boa dell’esistenza. Anche i più destabilizzanti.
Talvolta accede però che l’azzurro sbiadisca nel tempo, o anche all’improvviso, un amore muore. Semplicemente e dolorosamente.
Quando nasce un amore
“Amare è un lavoro duro, non prevede ricompense né riconoscimenti ufficiali, spesso nemmeno da parte dell’oggetto del nostro amore. Solo la sensazione di essere un po’ poi vicini al cielo.”
Massimo Gramellini
Quando nasce un amore, la scelte della persona giusta – o giusta in quel momento della vita – o sbagliata, dipende da un’infinità di variabili inconsce, da come siamo stati amati o non amati. Così, talvolta, ci innamoriamo delle persone giuste al momento sbagliato, oppure, di quelle sbagliate al momento giusto.
Insomma, la scelta del partner è davvero un’alchimia.
Pensavi fosse amore e invece era un imbroglio
In una bellissima lettera che Jung scrisse alla sua amata, Sabina Spilrain, sosteneva che gli sarebbe piaciuto trovare una persona in grado di amare l’altro senza per questo punirlo.
Senza catturalo – dinamiche molto frequenti nelle manipolazioni mentali e nei casi di stalker e femminicidio – renderlo prigioniero o dissanguarlo.
Insomma, prosciugarlo di energie psichiche.
Jung diceva che avrebbe voluto una donna in grado di realizzare un amore indipendente dai vantaggi o svantaggi sociali, affinché l’amore rimanesse sempre fine a sé stesso e non solo un mezzo in vista di uno scopo.
Dall’altrove onirico all’esame di realtà
“Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più”.
Massimo Gramellini
La fine di un amore, solitamente, viene preceduta da una lunga lista di segni prodromici e da sintomi psico-somatici, fino ad arrivare alla mancanza di cure e di attenzioni al mondo dell’altro.
Talvolta, dopo essere stati immersi in un altrove onirico, dolorosamente e brutalmente si torna sulla terra, grazie a un indispensabile esame di realtà. La fine di un amore non avviene all’improvviso. Durante la prima fase della crisi, la coppia inizia a perdere le prime foglie, inizia a camminare in equilibrio sul filo del rasoio delle incomprensioni, poi, d’un tratto, precipita nel baratro della separazione.
Questo avvenimento non è quasi mai un fulmine a ciel sereno, viene preceduto da segnali abbastanza chiari e inequivocabili che rappresentano un semaforo rosso e preannunciano l’imminente, o in itinere, processo separativo.
Un malessere muto
La coppia smette di dialogare, inizia a esprimere il disagio e la sofferenza in silenzio tramite umori variabili, malumori frequenti, silenzi protratti e prolungati, arrabbiature sigillate da grida efferate. Separati di cuore ma non di letto e di tetto.
Per concludere con addormentamenti sempre più in differita temporale, come se la coppia avesse un fuso orario interno.
I partner disamorati vengono rapiti da un malessere cupo e sordo, nutrito da dispetti e disprezzi taciuti. Una sorta di sincronia triste che accompagnerà le loro giornate e nottate.
Ogni amore, anche quando muore, regala una trasformazione psichica importante, il dopo non sarà mai più uguale al prima.