Questa sarà un’estate più estate delle altre. Sarà diversa. Sarà l’estate dell’attesa che tutto vada bene e del recupero di tutto. Sarà l’estate della voglia di emozionarsi ancora e ancora e ancora. Sarà l’estate dei vaccinati e di chi attende di vaccinarsi. Della speranza, della riparazione e del recupero. E soprattutto sarà l’estate che ci abbraccerà con affetto per trasportarci in un autunno di reale rinascita. Senza pandemia, senza varianti e senza virus.
Itinerari del cuore e del corpo, email e paure
@Buonasera dottoressa,
desideravo chiederle se secondo lei una volta completato il percorso vaccinale è possibile vivere serenamente la sessualità, anche occasionale, oppure bisogna essere ancora prudenti.
Sono stanco, solo e confuso.
L.
@Buongiorno L,
Il vaccino, dopo 15 giorni dalla somministrazione della seconda dose, rende immuni. La prudenza non è mai troppa, perché, come dicono i virologi, si potrebbe contrarre ugualmente il Covid, ma in forma blanda. Vivere, però, è l’antidoto alla paura e aiuta l’umore e il sistema immunitario.
Buona estate!
V.R
@Buongiorno Dottoressa,
sono a metà dose, sono single e vorrei recuperare in sessualità e incontri. Sono a rischio? Ho sempre amato le vacanze hot e ho sempre scelto mete vacanziere di tipo sessuale, ma quest’anno ho paura. Che faccio?
F.
@Cara Dottoressa,
nonostante l’estate, il vaccino e i vaccinati, ho paura. Sono una mamma separata e single e ho paura di mettere a repentaglio la salute di mia figlia con cui vivo in simbiosi. La bambina andrà in vacanza con il padre e io ho bisogno di tutto, soprattutto di evadere. Ho paura di contagiarmi e di contagiare, avrei un amico caro di cui mi fido con cui potrei andare in vacanza e non solo, ma non amo gli amici di letto.
G.
@Buonasera Dottoressa,
come sta? Si ricorda di me? Le mie pure e il mio doc (disturbo ossessivo compulsivo), dopo la pandemia, sono tornati a trovarmi. Preferivo rimanere in quarantena e la zona rossa mi faceva sentire al sicuro. Ora sono costretto a dover uscire. Sto male, ho paura di stare peggio, ma mia moglie non mi sopporta più e avrebbe bisogno di una pizza, di un tuffo al mare e di una vacanza. Che faccio?
Ci rivediamo?
A.
@Buonasera Dottoressa Randone,
mia moglie si aspetta un recupero di sessualità, ma io soffro di ansia e la pandemia ha peggiorato la mia situazione. Adesso l’ansia è diventata ansia da prestazione, e pur amando mia moglie e considerandola ancora molto attraente, non ho l’erezione. E sono certo che in vacanza, dove tutto si ferma, andrà peggio e non potrò trovare scuse.
Che faccio?
@Cara Dottoressa,
ho appena diciassette anni e la mia vita familiare è già un disastro. Faccio parte di una famiglia allargata e, come tutte le estati, devo che mi piaccia o no andare in vacanza – nella sua piccolissima casa al mare – con mio padre e la sua, sin troppo giovane, fidanzata di mio padre di cui non mi fido. Ho paura, essendo una non vaccinata, che mi contagi il covid. Avrei preferito rimanere in quarantena o andare in vacanza con il mio fidanzato di cui mi fido, che studia medicina ed è anche vaccinato.
L.
Queste e tante altre email simili hanno inondato la mia posta, unitamente al febbricitante bisogno di vivere ancora e di sentirsi vivi.
Lettori e pazienti spaventati ma bramosi di tutto. Ragazzi alle prime o seconde armi amatorie, altri che avevano appeso al chiodo la sessualità e il cuore. Altri ancora reduci da un divorzio o da una coabitazione forzata e forzosa. I single sempre più soli; e i soli sempre più single. Le coppie esageratamente coppie messe a dura prova da un eccesso di vicinanza e gli amanti dilaniati da intoppi e distanze incolmabili e insopportabili.
Le email arrivano da cuori affamati, da altri integri ma stanchi e annoiati, da altri rattoppati e anche da quelli riparati, per avere un incoraggiamento, uno scambio, una pacca sulla spalla fatta parola.
Solitudine verso ubriacatura di vita
Adesso basta. Siamo stanchi e lo siamo tutti, deprivati di tutto quello che faceva parte della nostra vita di prima. Vita derubricata dalla dimensione della spontaneità, spensieratezza e futuro. Questa è la seconda estate di speranza e di illusione di normalità; vogliamo a tutti i costi eliminare l’illusione e tenere a bordo la normalità e perché no anche la felicità.
Pieni di energia e di desiderio, di pelle già ambrata dal sole, pieni zeppi di voglia di ricominciare, e anche di amare e di recuperare momenti di piacere arretrati o smarriti.
Ci sentiamo un po’ tutti così! Con gli occhi pieni di meraviglia osserviamo il mondo come si fa con un innamorato: come se non l’avessimo mai visto prima e come se corressimo il rischio di non vederlo mai più.
Abbiamo bisogno di partire e anche di tornare, di stare a zonzo per la città senza meta e senza ansia (e perché no senza mascherina), di spiagge isolate e anche affollate, con la volontà di costruire ricordi nuovi e di vivere avventure, flirt anche stagionali e fare un bagno prolungato nell’intimità, quella vera, a cellulare off-line.
L’intimità e la sessualità sono state messe a dura prova dalla pandemia.
Poveri noi e povero cuore. Ingannato così tristemente e per di più consapevole di esserlo. Si era accontentato di trovare il vero nel finto, le parole che abbracciano e scaldano scorporate da un partner reale, il tutto dentro un’app.
Il trionfo del sesso virtuale ha rappresentato l’eliminazione dell’altro, un vero compromesso del cuore e del corpo.
Anche il rapporto con la solitudine è stato intenso e variegato.
C’è chi ha utilizzato la solitudine come percorso introspettivo, rintanandosi nella sua bolla prossemica a prova dell’altro e del mondo; chi ha instaurato un rapporto di affetto e di dipendenza con la solitudine, con il rischio di non poterne più fare a meno; chi invece non ne può più di isolamento e di solitudine e così, soprattutto quest’estate, tenterà di ubriacarsi di vita e di contatti umani, con il rischio di alzare il gomito. Ma adesso basta.
Questa sarà finalmente la nostra estate, l’estate in cui tutto ricomincia. L’estate in cui intrecciamo i fili del desiderio e del destino per tessere degli attimi meravigliosi. Sono certa che i tramonti saranno più profondi, il sole più caldo e il mare più limpido. Il desiderio ci spinge verso il fuori, verso l’altrove, la mia terra preferita. La paura che ci ha attanagliato e asserragliato in casa sino ad adesso, pian piano si scioglierà come neve al sole e torneremo ad avere fiducia negli esseri umani, anche a viso scoperto.
Perché noi tutti vogliamo rinascere, e baciarci ancora.
Chiara, il tradimento, il contagio e la voglia di rinascere
Chiara, nome di fantasia, scopre il tradimento di suo marito nel modo peggiore possibile. (Non che ce ne sia uno indolore). Durante la prima quarantena il marito si reca a Venezia per lavoro, come era sua consuetudine fare. Durante la trasferta simil lavorativa, ma in realtà erotica, l’amante del marito, Giulia, si ammala di COVID-19, così il marito è costretto a rimanere in quarantena fiduciaria in un albergo vicino casa della sua amante e si vede costretto a dover confessare tutto alla moglie. Nel modo più brutale e immediato possibile, senza mediazioni, senza fronzoli, senza gradualità o frasi del tipo: “ho bisogno di riflettere, sono in crisi, vorrei una pausa di riflessione!”.
Quegli alibi verbali inutili ma necessari per preparare l’altro all’abbandono. Per creargli quello spazio interno, quel tarlo, quel dubbio.
Le chiede di fare il tampone e di farlo fare al loro adorato figlio, perché anche la settimana precedente si era recato, come sempre da anni, dalla sua amante.
Al rientro da Venezia la moglie chiede delle spiegazioni e il marito annaspa con mezze verità e desideri del cuore. In realtà, la relazione con Giulia dura da ben cinque anni e il suo inconscio desiderio è stato sempre quello di separarsi, ma non ne ha mai avuto né la forza né il coraggio.
Chiara chiede il divorzio e attraversa le lande della sua solitudine più profonda. Adesso, a ridosso della zona bianca e alla possibilità di ricominciare ad uscire e a frequentare altri uomini è terrorizzata: del tradimento, dell’abbandono, del contagio, di mettere a repentaglio la vita di suo figlio di cui si sente l’unica responsabile.
Ha paura che possa prendere il covid, che possa contagiarlo all’amore più grande della sua vita: suo figlio.
La nuova alba, dopo la convalescenza interiore
Questa sorta di convalescenza interiore da maledetta pandemia sembra volgere alla fine, finalmente, e ci riconsegna a noi stessi.
Abbiamo provato terrore e gratitudine verso la vita. L’abbiamo messa in pausa, odorata, assaporata e protetta dentro le quattro mura domestiche.
Ci siamo sentiti vicini anche da lontani, presenti anche nell’assenza, abbiamo creduto nell’estate scorsa sperando che fosse quella decisiva, ma ci siamo illusi. Abbiamo attraversato l’inverno pensando che fosse l’ultimo giro di buio, adesso abbiamo voglia di rinascere e abbiamo bisogno dell’incontro con l’altro. Questa sarà l’estate della condivisione, delle carezze; l’estate durante la quale mangiare in spiaggia con i granelli di sabbia dappertutto e invece di sentirci infastiditi saremo contenti e grati.
Sarà l’estate durante la quale metteremo in pratica quello che abbiamo capito, continueremo a voler bene alle persone alle quali abbiamo capito di voler bene e ad amare le persone che ci sono mancate o quelle che abbiamo scelto tutti i giorni come compagni di vita. Sarà l’estate in cui dimostreremo di apprezzare la vita e l’amore.
Rinascere significa amare ancora, andare al mercato rionale, inventarmene uno. Scrivere. Tuffarsi dove l’acqua è più blu e dove non si tocca. (Perché solo dove non si tocca si impara davvero a nuotare: in mare e nella vita). Amare, amare, amare.
Dal computer alle lenzuola. Amuleti del buon umore
Non tutti nasciamo nel momento in cui veniamo messi al mondo. Spesso, quasi sempre, la vita ci costringe a metterci al mondo da soli. Ogni volta.
Anche adesso dopo la pandemia. Ognuno con le proprie strategie e cerotti del cuore.
Un anno e più di isolamento, di solitudine e di arresti domiciliari è duro da dimenticare. La pelle ha fame di tutto: di carezze e di scambi, di solletico e di gioco. Le labbra sono aride e bisognose di baci, bramano altre labbra. Il corpo grida pur di essere ascoltato, con tutti i linguaggi che conosce, soprattutto quello dei sintomi.
Un’estate d’amore e di sesso bollente e di assenza di freni inibitori è quello che ci si aspetta – di cui millantano i giornali e la televisione – ma la pandemia ha lasciato un retrogusto amaro che porta con sé i sintomi della sindrome post-traumatica da stress inzuppata in una voglia pazza di fare follie e di recuperare gli amplessi perduti.
L’ansia però serpeggia ancora in tante vite, e ansia e salute sessuale non sono proprio due inquiline amorevoli.
C’è ancora chi non cammina sullo stesso marciapiede di una persona senza mascherina o messa sotto il naso, o che parla ad alta voce diffondendo rumore e le tanto inquisite goccioline, figuriamoci se può mai sostare nella stessa stanza o tra le stesse lenzuola con un partner sconosciuto, anche se provvisto di tampone negativo o del moderno e indispensabile pass vaccinale.
Sarà un’estate che più estate non si può, durante la quale cammineremo come i funamboli tra il recupero di tutto e la prudenza. Sarà l’estate degli amori e delle scelte amorose. Dopo quello che abbiamo subìto penso che ognuno di noi, in fondo al proprio cuore, sa quello che vuole, che non vuole più, e soprattutto non si accontenta più di quello che passa.
Buone vacanze a tutti noi, adesso anche io rallento e riposo un po’, ma noi ci rivedremo il primo settembre con tanti nuovi scritti e altrettanti nuovi video.