Al rientro delle mie vacanze avrei, forse, dovuto scrivere il solito articolo su settembre e le separazioni settembrine, ma lo trovate già nel sito. Sulla terapia di coppia salva vita e salva coppia per portare acqua al mio mulino, ma lo trovate già nel sito. Sulle disfunzioni sessuali tacitate che chiedono il conto soprattutto dopo le vacanze infinite e lo spietato agosto, ma lo trovate già nel sito.
Così ho deciso di parlarvi di cavalli. Vi chiederete cosa c’entrano i cavalli nel mio sito, e perché ho deciso di ricominciare proprio con loro, ma se avrete la pazienza di leggere sino alla fine questo scritto, troverete le risposte che cercate.
I cavalli sono uno stile di vita
I cavalli sono uno stile di vita. Non lo avevo compreso sino a quest’estate, quando ho deciso, invece di fare le solite lezioni, di andare tra i boschi e al mare per respirare aria di libertà e di turismo equestre.
Sono stata rapita da un misto di passione travolgente per la vita selvaggia, per i cavalli e le loro regole silenti, per la natura con i suoi profumi e alchimie, che ancora di più amplificato i miei grandi amori: lo studio della mia amata psicologia e sessuologia, e ovviamente per la scrittura.
Quando prendi lezione di equitazione, in realtà, oltre alle solite indispensabili cose, ti insegnano a rapportarti con i cavalli. Come prenderti cura di loro, come interpretare il loro linguaggio del corpo, come nutrirli, non infastidirli, rispettarli, soprattutto, entrare in profonda empatia, e divertirti con loro.
Se rileggo quello che ho appena scritto mi sembra di aver parlato di una coppia che funziona e che si impegna a rimanere coppia.
Quelle coppie formate da due partner risolti che sanno stare in ascolto di loro stessi e del partner. Quei coniugi che si rispettano, si accudiscono, stanno alla giusta distanza del mondo dell’altro senza essere recalcitranti o invasivi e oppressivi, e che sanno anche come divertirsi e ridere insieme.
Preparare il cuore
Ogni volta che vado al maneggio preparo il cuore, come si fa quando si ama davvero. Ho capito che oltre alle lezioni, assolutamente indispensabili, venivo abitata da un sentire profondo che mi spingeva a instaurare una relazione personale con il cavallo.
Pian piano quel cavallo si trasformava: non era più un semplice animale con cui fare sport ma un amico, e non era più una semplice questione di cavalcare e di farlo bene ma di condividere del tempo con lui.
Questo sentire mi ha fatto riflettere sulle relazioni, quelle volute e non subite. Quelle sane e non disfunzionali. Su quanto sia importante farsi capire, essere coerenti e avere le idee chiare, e soprattutto stare bene e in contatto profondo con il proprio sentire.
Perché solo nella chiarezza nasce una relazione sana. Nel caso di chi soffre di dipendenza affettiva , per esempio, uomo o donna che sia, il bisogno muove le fila di tutte le scelte solitamente malsane del cuore. Così chi è affamato cade nella trappola del dominatore narcisista, e trova l’uomo (o la donna) sbagliato al momento giusto di maggiore vulnerabilità del cuore.
Legami senza bisogno
Ascoltando allevatori, fantini e stallieri ho capito che i cavalli sono animali molto diversi dagli altri. Ho sempre avuto cani e ho capito che con loro è decisamente diverso, più facile. I cani condividono con noi il nostro quotidiano, i cavalli no.
I cani e i gatti vivono con noi, i cavalli in stalla. I nostri cani vengono da noi nutriti, coccolati, sono sempre appiccicati a noi, hanno le nostre stesse abitudini, condividono finanche le nostre stesse nevrosi. La convivenza cementa il legame.
Con il cavallo è diverso. È un rapporto che non si basa sulla dipendenza per via del cibo o delle passeggiate olfattive, si tratta di una vera e propria relazione, tenuta in vita per scelta del cuore. Un legame senza legami. Come quando si ama davvero.
Il cavallo vuole stare con noi per amicizia, perché ci vuole conoscere, perché capisce come stiamo e cosa proviamo dal nostro respiro, postura, dalle nostre contratture e mani sulla sua criniera.
Con loro proviamo l’esperienza magica del “flusso”: il cielo in una stanza e tutto il mondo fuori. La connessione è profonda e totalizzante. Tutto il resto del mondo sparisce, siamo solo noi e lui, il suo cuore e il nostro, il suo corpo maestoso e il nostro, un po’ meno maestoso. Esiste soltanto un inebriante presente perché quel legame ha il potere di spazzare via tutto ieri e anche domani.
Così ho pensato che quando ami qualcuno, quando dedichi del tempo di qualità a un figlio, ti senti così. Inzuppato di presente, con tutto il mondo fuori.
Nell’equitazione, inoltre, non pensi solo a te stesso, non regna l’egoismo, l’egocentrismo e il narcisismo, non sarebbe possibile.
Non deicidi tutto tu e sei obbligato a metterti in discussione. Devi ascoltare, imparare un linguaggio nuovo fatto di mosse e di silenzi; devi saperti controllare ed essere presente a te stesso perché il cavallo legge le tue emozioni e reagisce subito.
Con un cavallo, inoltre, non puoi essere aggressivo o passivo, come si fa spesso in amore, ma devi comunicare in maniera assertiva e coerente, esattamente come si dovrebbe fare nelle relazioni che funzionano.
A volte quando un cavallo non risponde ai comandi che gli dai, questo l’ho imparato di recente, devi cambiare postura e comunicare al meglio con lui.
Quindi, a volte, è la tua domanda ad essere sbagliata, il modo in cui la poni, non la sua (non) risposta, esattamente come avviene in una coppia.
In un libro davvero suggestivo dal titolo “Parlami ho tante cosa da dirti”, Salomé analizza il paradosso della comunicazione, soprattutto in amore.
Queste dinamiche di rispetto e ascolto che i cavalli ci impongono per entrare in relazione con loro andrebbero applicate nel rapporto di coppia, sempre.
L’appuntamento con l’amore
Quando ami qualcuno senti e vedi l’invisibile. Prepari il cuore per un incontro e sei puntuale e presente, altrimenti non ami.
I cavalli hanno la percezione del tempo, sono molto animali abitudinari e anche puntuali. Quando vai a trovarlo sempre alla stessa ora, lo trovi lì ad aspettarti, ma non perché non ha altro da fare ma perché il suo cuore è sintonizzato con il tuo. Hai un appuntamento con lui e lui lo sa e lo sente. Del resto ce lo raccontava magistralmente il Piccolo Principe quando parlava della volpe: “Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino. Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe.
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…
Ci vogliono i riti. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.
Lezione di coerenza e di relazioni
Ho sempre pensato di sapere entrare in relazione con tutti, dal paziente più grave sul piano psichico, come un paziente psicotico, a una coppia estremamente conflittuale e aggressiva, ma il cavallo mi ha dato una bella lezione di vita.
Stare con loro mi ha resa consapevole dei miei limiti, della mia impazienza e fretta – volevo imparare tutto e subito -, della mia goffaggine relazionale.
I cavalli si confondono quando percepiscono che qualcuno ha fretta con loro, esattamente come le persone. Anche le relazioni improntati esigono lentezza, pazienza, presenza. Non si tratta di amori online, a portata di chat e di tastiera, ma di relazioni profonde nutrire dall’ascolto, dal rispetto e dalla gradualità.
Mi sono accorta che la capacità del cavallo di apprendimento diminuiva quando percepiva la mia energia distratta o eccessivamente fuori luogo, il mio sovraffollamento emotivo e cognitivo, l’essere qua e anche altrove. Il mio cavallo esigeva tutta la mia presenza, mi voleva tutta per sé. In fondo si trattava di una dichiarazione d’amore. Ho capito sulla mia pelle come i cavalli mi abbiano insegnato a rallentare, a sentire, a smettere di essere in ostaggio delle cose da fare, dell’urgenza, delle notifiche. Almeno in loro presenza.
In fondo, avete mai visto due persone che stanno bene insieme e che si amano che sono distratte, frettolose, altrove, che chattano con altri? Io no.
8 Commenti. Nuovo commento
Rare sono le persone che usano la mente
poche coloro che usano il cuore
Uniche coloro che li usano entrambi
( Tratto da R.L.Montalcini)
Complimenti per l’articolo io con i cavalli provo le sue stesse emozioni
Buongiorno, l’articolo è bellissimo e fa sembrare tutti quelli che hanno un cavallo come se fossero le persone più equilibrate, amorevoli, funzionali e belle del pianeta terra. La mia esperienza con persone amanti dei cavalli e in sintonia con loro è molto diversa. Forse quando un cavallo entra nella tua vita ne escono gli esseri umani.
Talvolta accade. Ma chi esce per scelta, forse non meritava nemmeno di entrare.
Un caro saluto
Complimenti per il meraviglioso articolo: hai centrato in pieno l’essenza del cavallo.
La maggioranza delle persone vede il cavallo come un bellissimo animale; molti praticanti di equitazione vedono il cavallo come mezzo per divertirsi; solo una minoranza di persone, di fronte ad un cavallo, riesce a sentire e vedere cio’ che e’ invisibile: le emozioni…
Posso affermarlo per esperienza personale: dopo aver ammirato i cavalli fin da bambina, aver frequentato scuole di equitazione ed aver acquistato il mio primo cavallo a 40 anni, ho scoperto quanto sia meravigliosa la relazione con un cavallo quando lo si tiene a casa, libero nei prati e giorno dopo giorno la connessione diventa piu’ profonda, un filo invisibile lega la nostra mente a quella del cavallo.
Grazie!
Condivido tutto quello che ha espresso e” esattamente quello che provo quando vado a montare il mio cavallo
Ah già i cavalli! Gli dedico la vita da 40 anni. Per passione, per professione. Ma non tutti oggi utilizzano l’approccio giusto per avvicinarsi a quel mondo (ragazzi viziati e genitori troppo accondiscendenti).
Sono assolutamente d’accordo con Lei.