Noi mamme lo sappiamo bene: un figlio abita per prima la nostra mente e il nostro cuore, e dopo il nostro ventre. Cresce lentamente ma prepotentemente dentro di noi. Ogni distacco è uno strappo. Lui è tutto per noi. Molte coppie si sposano, ci credono, diventano genitori, ma qualcosa naufraga e il divorzio sembra essere l’unica strada percorribile. I figli diventano, così, moneta di scambio, una pensione integrativa, e uno strumento di tortura per l’altro coniuge. Alcuni genitori manipolano e rapiscono i figli, recidendoli dalle loro radici. Anche l’amore di un genitore, talvolta, diventa un delitto.
Vediamo cosa accede in una famiglia
Amori a termine. Matrimoni, tanti.
Divorzi lampo, consensuali, giudiziali. Seconde unioni. Strategie, più o meno funzionali, più o meno egoistiche ed egocentriche.
E i figli?
Nella società di oggi il tasso delle separazioni aumenta con modalità esponenziali, così, come la formazione delle seconde unioni. I figli, protagonisti assoluti di tali eventi, vivono con modalità destruenti la separazione, che genera grandi quote di angoscia, paura e sofferenza all’interno della vita psichica e relazionale dei bambini. Proveniamo da una totale assenza di educazione all’emotività, sessualità e relazionalità, e in condizioni estreme, nutrite e amplificate dalla sofferenza e dai sensi di colpa per il fallimento di un matrimonio, questa assenza di formazione si avverte ancora di più.
Esiste una preparazione alla separazione?
Esiste una separazione indolore?
Non esiste una “preparazione alla separazione”, così come non esiste un corso per un matrimonio felice. I coniugi, infatti, mettono in discussione tutto, spesso senza tregua, rivisitando all’insegna del dolore e della rabbia loro stessi, il legame, il loro passato, e soprattutto, la genitorialità, che diviene il campo di battaglia per legali, mantenimenti e manipolazioni affettive. Le dinamiche psichiche che muovono le fila di una separazione, vengono amplificate da acredine, comportamenti scarsamente adattivi, spesso, manipolativi.
Separazione e lutto
La separazione, come evento psichico e non legale, viene paragonato ad una “condizione di lutto”, con l’aggravante che dal coniuge vivente non ci si può separare mai del tutto, in special modo quando ci sono figli in comune. Il “divorzio psichico” è un processo emotivo che necessita di tempi lunghi e di un passaggio obbligato attraverso parecchie fasi, intrapsichiche e relazionali. La separazione viene caratterizzata dalla perdita di parti della propria identità legate all’altro – Il sé comune, il proprio sé come coniuge, il sé amato e pensato dall’altro -, è un processo di elaborazione del lutto a tutti gli effetti, così come quando si perde una persona cara, perché deceduta.
Ristrutturazione dell’identità del separato
La perdita obbliga a effettuare una ristrutturazione dell’identità del separato, l’unico ambito certo e legato alla sfera dell’identità, rimane la genitorialità. I figli, alla luce di questi disfunzionali processi psichici ed emozionali, vengono iperinvestiti di altro da loro, diventano “partner sostitutivi” – prendono il posto del genitore che è andato via -, oggetti del desiderio, strumenti consolatori di angosce genitoriali, dando spesso vita ad un processo disfunzionale detto: inversione di ruoli.
L’inversione di ruoli, porta un quadro davvero inquietante di bambini genitorializzati: bambini che consolano e proteggono il genitore sofferente.
A seguito di questi meccanismi, la sofferenza dei bambini, non trova spazio per poter essere espressa, sono costretti così a reprimerla e metterla a tacere, con il rischio di vivere dolorose somatizzazioni.
Appaiono i sintomi e le identità fragili
I bambini corrono il rischio di rimanere danneggiati se non hanno avuto lo spazio e il tempo necessario per esprimere il loro dolore, sviluppano così “identità fragili”, abitate da dubbi, incertezze, in un mondo sentito come ostile e portatore di dolore e sofferenza.
Il bambino, però, può sopravvivere e superare la separazione dei genitori, se entrambi i genitori remeranno a favore, verso lo stesso obiettivo e la stessa traiettoria – la genitorialità –, senza svalutare l’altro, screditarlo, danneggiarlo ma custodendo, “con e per” il figlio, un’immagine di “genitore buono”, in modo che il bambino possa introiettarla, custodirla e adoperarla in seguito.
4 Commenti. Nuovo commento
Buonasera dottoressa,
anche io e il mio ormai ex marito ci siamo separati qualche anno fa. In casa 3 figli, il più piccolo 10 anni… quanti errori all’epoca, non avemmo il coraggio di parlare ai nostri figli e tutto si è svolto nel silenzio, facendo loro assorbire i fatti. Loro rimasero a casa con me e lui si trasferì in un appartamento nei dintorni. Solo dopo ho visto l’errore, il bambino diventato ragazzo penso si sia sentito non considerato, non visto, non degno di spiegazioni. Ne ha sofferto più di tutti. E’ un ragazzo molto sensibile a cui ora provo a stare vicino ma non abbiamo mai più riparlato dell’argomento, il padre ora si fa vedere spesso a casa, abbiamo ricucito i rapporti e ora sono amichevoli. Ma mio figlio ormai da qualche anno assume cannabis, non voglio dire che il motivo fosse la separazione dei genitori ma chi lo sa? e pure di questo, facciamo silenzio, non ho il coraggio di dirgli che lo so perché ho paura di ledere un rapporto fra me e lui che è di affetto, vicinanza, anche se abbastanza muta.
Io credo che i miei figli abbiano capito anche che nel frattempo c’è stata un altra persona a cui ho voluto bene, ma tutto sempre non detto. Come faccio, ammesso sia possibile e ammesso che a loro interessi tutto ciò, a recuperare? Ad imparare a costruire un rapporto vero soprattutto sincero? Avrei voglia che i miei figli mi conoscessero per quel che sono veramente, errori compresi.
Grazie per la cortese risposta, dottoressa
Gentile signora,
è impossibile dirle cosa fare con i suoi figli; non conosco lei, loro, la vostra separazione e tanti altri dettagli emotivi assolutamente indispensabili per orientarla verso un possibile percorso.
Le suggerisco di richiedere una consulenza individuale con un professionista, unico luogo di chiarificazione profonda.
Non si tratta di semplici istruzioni attuabili mediante un racconto online; la vita psichica è molto complicata e va maneggiata con cura.
Auguri per tutto
Buongiorno. Come si può tutelare un figlio dal coinvolgimento psicologico. Il padre le ha confidato pregandola di non dire nulla a nessuno che la sorella di 15 anni avuta da altra persona è soggetta ad autolesionismo ( pare siano seguite sia la ragazza che la madre bipolare da professionisti). Mia figlia ha 24 anni ne aveva 3 al momento della separazione. Tende a somatizzare gli eventi negativi. Dopo la notizia è stata male sul lavoro con episodio di forte tachicardia, pur stando apparentemente bene. Mi aiuti per favore. Qualsiasi consiglio è per me oro. Grazie. Premetto che tra le ragazze non c’è frequentazione.
Gentile Signora,
Non posso aiutarla io, online e senza conoscere sua figlia, ma un professionista de visu che lavori stabilmente con sua figlia.
Sempre che lei lo voglia.
La salute psichica va curata come tutte le altre problematiche: scelta del clinico, diagnosi e cura.
Non bastano i consigli.
Auguri per tutto.