I cellulari sembrano far parte anche delle nostre tavole incrementando la dipendenza da tecnologia
La sfida non deve essere come ‘usare’ bene la rete, come spesso si crede, ma come ‘vivere’ bene al tempo della rete
Antonio Spadaro
Fino a qualche tempo addietro stavamo bene attenti a non far entrare la televisione in cucina e nelle nostre camere da letto, per evitare che ci distogliesse dal dialogo durante i pasti e dall’intimità sotto le lenzuola, ma non avevamo fatto i conti con gli smartphone e con le iper connessioni.
A mettere porre l’accento sui rischi connessi all’alimentazione distratta e disturbata delle nuove tecnologie è proprio il Ministero della Salute.
In occasione dell’Expò, è stato organizzato un workshop grazie al contributo del dr. Guido Orsi, Collega appartenente all’ordine degli psicologi del Lazio.
Il Dr. Orsi ha spiegato come “secondo svariati studi recenti, l’utilizzo a tavola degli smartphone sta condizionando il modo in cui ci alimentiamo generando cattive abitudini, favorendo l’obesita’ e compromettendo la comunicazione con i genitori”.
Qualche riflessione
Cellulari sventolati come fazzoletti al vento nel tentativo goffo e bizzarro di trovare più campo possibile.
Luci invadenti, decisamente fuori posto, a tavola, al cinema e a teatro, e addirittura in chiesa.
Al mare, in montagna, al ristorante e in camera da letto, guardare le tacchete del nostro smartphone per essere certi di essere coperti dal campo, è ormai un triste automatismo.
Telefoni faticosamente spostati negli angoli più remoti in cerca di una flebile connessione, nervosismo e ansia: questi sono gli scenari che sembrano caratterizzare le nostre vite e, soprattutto, sembrano farci compagnia anche in vacanza.
Anche le coppie non sono immuni da sguardi fagocitati e bassi verso lo smartphone, con il rischio di smarrire del tutto l’incontro con gli occhi dell’amato o del commensale.
Salute e salute di coppia sono sempre più traballanti.
Una costante invasione del nostro mondo interno
Le email e le più svariate notifiche “entrano nelle nostre vite” prepotentemente e costantemente – con luci, suoni e vibrazioni – e contribuiscono a sottrarci energia e concentrazione, aprendo la porta del nostro mondo interiore a tutto e tutti.
Spopola la psicosi da wi-fi.
Senza le nostre perenni connessioni, ci sentiamo senz’anima.
Il telefono è diventato un vero e proprio prolungamento psico-corporeo, una sorta di protesi emozionale che ci consente di controllare gli eventi e i nostri cari e di stare sempre connessi, ma spesso disconnessi da noi stessi e da chi ci circonda.
- Schiavi?
- Commessi?
- Iper connessi ?
- Dipendenti?
- Senza campo o senza via di scampo?
- Ma siamo ancora capaci di disconnetterci e di fruire dell’aspetto esperenziale?
- Dell’odore e delle sensazioni provate dall’incontro con l’altro? O di una pietanza preparata con cura ed amore?
La vita sembra avere traslocato online
Succede un fenomeno paradossale: siamo tutti agitati e desiderosi di essere “qua”, ma di essere contemporaneamente “altrove”.
Una sorta di schizofrenica scissione tra vita online e fisicità.
Sintomi, diagnosi e prognosi
Internet e psiche
Internet seduce, diverte e rende la vita lavorativa e sociale più agevole e veloce, spesso però tende a colmare degli importanti vuoti affettivi e amicali.
La rete, come tutti gli strumenti di comunicazione, non è esente da possibili cattivi utilizzi ed anche da abusi che generano poi, possibili quadri di dipendenza.
Questa nuova forma di dipendenza, detta ” dipendenza senza sostanza” – in realtà non si ingerisce né cibo né alcool né droghe, ma si ricerca l’eccitazione regalata dalla perenne connessione – viene definita dipendenza da Internet , retomania o anche Internet Addiction Disorder (I.A.D.).
Le condizioni “cliniche” di chi è stato contagiato dalle iper connessione, sono più o meno sempre le stesse: nervosismo e stress, agitazione psico-motoria e stress fisico ed emotivo, segue alterazione della percezione del reale e inquietudine, ovviamente, non può mancare un quadro di dipendenza psicologica da connessione.
Solitamente le persone più a rischio sono senza dubbio gli adolescenti, le anime sole, e chi ha già uno storico di instabilità emotiva o di altre dipendenze.
Altre persone a rischio sono sicuramente i depressi, chi soffre di disturbi bipolari o anche gli ossessivi-compulsivi, che spostano i loro sintomi in rete.
Internet e relazioni
Fino a non troppo tempo addietro la dimensione dell’attesa e della gradualità erano due dei tanti protagonisti delle conoscenze e delle relazioni.
Oggi, grazie all’etere, tutti siamo in contatto con tutti, con modalità lapidarie e frettolose, spesso avulse dalla reale conoscenza dell’altro.
Un discorso a parte va fatto per gli adolescenti.
Molti adolescenti, per esempio, si ritrovano all’interno dei gruppi di whatsapp, scambiano foto ed emozioni, hanno mille amici su Facebook e altrettanti like che nutrono la loro autostima, talvolta, vacillante.
In questi casi qualche domanda più diventa utile farla.
- Siamo davvero certi che questa vita online così intensa e così sostitutiva, sia una possibile scorciatoia verso le relazioni o rappresenta un vero surrogato?
- Questi ragazzi così iper connessi sono ancora in grado di scambiarsi una carezza o un’opinione seduti l’uno davanti all’altro, magari su una panchina al parco?
Non è possibile fare di tutta l’erba un fascio, ma, soprattutto per i più fragili e piccoli, il ricorso a internet sembra essere strettamente collegato a un tentativo – malsano – di compensare le difficoltà relazionali e sentimentali, ricercando in rete amici ed emozioni, eccitazione sessuale o possibili relazioni sentimentali tramite una strada alternativa, una sorta di scorciatoia dell’esperienza.
Le relazioni online mancano del tutto dell’aspetto della fisicità, diventano talvolta difensive e spesso sostitutive di “altre lacune affettive e relazionali”.
Questi surrogati relazionali rappresentano una sorta di garanzia, di possibile tutela da eventuali impacci e goffaggini; online non si vedrà un viso rosso ed emozionato e si potranno camuffare le scarse, o assenti, capacità seduttive.
Internet e coppia
La coppia apre le porte – anche della camera da letto – alla tecnologia.
Lei, lui e internet sembra un’affermazione paradossale, ma è esattamente quello che accade in molte camere da letto la sera dopo cena.
Quando si tratta di coppie e di sentimenti, diventa obbligatorio comprendere quale ruolo e quale significato può assumere l’utilizzo massiccio della tecnologia.
- La coppia è in crisi da prima e lo sguardo al cellulare si è sostituito allo sguardo del – e per – il partner?
- Le carezze si erano già estinte e i polpastrelli sono stati poi rivolti all’ipad?
- Cosa viene prima e cosa dopo?
- É veramente indispensabile rispondere alle ultime email dalla camera da letto?
- Il tablet occupa uno spazio già precario o vuoto oppure è soltanto uno strumento ludico o di lavoro?
- E se il tablet e le iper connessioni, fossero un alibi per coppie eroticamente infelici?
- Alibi o necessità?
- Iper lavoro, vita online, social, fino a quando rappresentano una necessità psichica o una dolce dipendenza?
Internet e sessualità
La camera da letto, da luogo sacro, simbolico e deputato esclusivamente all’intimità, si sta lentamente trasformando in un prolungamento dell’agenda lavorativa, diventando una stanza come tante altre, dove i partners si occupano delle ultime cose da fare, prima di venire rapiti dal sonno.
La televisione sempre accesa, lo smartphone sul comodino e il tablet sotto le lenzuola, usurpano il posto di una sempre più precaria ed assente intimità, sono gli scenari di molte stanze da letto odierne.
Ognuno dei due partners prolunga la propria giornata sotto le lenzuola: uno sguardo a Facebook, le ultime notifiche o email della sera e poi si sa, la rete cattura, e il gioco è fatto: la coppia sostituisce le carezze al coniuge alle carezze al tablet!
Avviene un fenomeno paradossale, i partners – apparentemente – comunicano con il mondo intero, ma non comunicano più “tra” di loro, sono sempre connessi ma disconnessi dal legame d’amore.
Sera dopo sera, email dopo email e notte dopo notte, il partner diventa un perfetto sconosciuto, un abitante del letto coniugale ma non del legame d’amore.
Lui, lei ed il tablet, evoca uno scenario di tutt’altra intimità.
La rete chimera di felicità o reale opportunità?
Il cellulare, ormai smartphone, è spesso interpretato e vissuto come una sorta anti depressivo, una possibile compagnia per anime sole e tristi, un riempitivo o surrogato di “altre” mancanze.
Chi lo utilizza per lavoro, chi per amore, chi per giocare.
È uno strumento infernale che crea dipendenza e che occupa gran parte delle nostre giornate.
È difficile, soprattutto al giorno d’oggi, vedere qualcuno passeggiare con le mani libere intento a guardare il mondo – senza un cellulare gelosamente tenuto in mano – come se non essere prontamente online, fosse un limite dell’esistenza.
La rete, oltre alle indiscusse e infinite risorse, se mal adoperata contiene delle vere e proprie “potenzialità psicopatologiche”.
Internet, spesso ci rende praticamente onnipotenti.
Qualche esempio:
Ritiriamo le analisi al sangue e non ci convince qualcosa?
Invece di chiamare il medico, cerchiamo online.
Dobbiamo prenotare un volo? Non chiediamo all’agenzia, e facciamo tutto da soli.
Una consulenza online?
C’è sempre internet e così via.
Un utilizzo esclusivo e onnipotente della rete, soprattutto per gli adolescenti e gli ansiosi, è decisamente pericoloso.
La rete regala la sensazione/illusione di poter azzerare tempo e spazio, di lenire le ferite d’amore, di poter fare gli hacker con falsi profili, e addirittura, di cambiare anche identità e personalità.
Per i più giovani e per chi è psichicamente vulnerabile, il rischio maggiore è correlato al possibile abuso della tecnologia che, spesso, confonde reale con virtuale, identità certe con falso sé.
Conclusioni:
Internet si, ma con moderazione ed equilibrio psichico relazionale ed emozionale.