Gennaio ha un’espressione dura, minacciosa. Ha due occhi grandi e scuri con il vizio di guardare in profondità. Segue il malinconico dicembre e anticipa febbraio con le sue maschere, e sembra non avere spazio per le solite scuse.
Non è clemente. Non mente. Non è attendista. Non fa sconti di pena. Non sopporta le mezze verità, gli alibi, le menzogne del cuore.
È affamato di vita. Di prime volte. Di novità e di coraggio.
Gennaio, inoltre, è pieno zeppo di trappole e di aspettative. E poi c’è freddo, la pioggia, la neve, il buio, la dieta del lunedì, la palestra, la buona condotta post-vacanze natalizie.
Gennaio è un mese strategico: mentre ti mette alla prova ti dice che devi fare, fare, fare. Essere, essere, essere. Che non ti devi accontentare per quieto vivere e che devi anche correre il rischio di essere felice.
Poi ti grida nelle orecchie che devi cambiare e non puoi mentire, soprattutto a te stessa.
Siamo a gennaio.
È un mese che non ama le menzogne del cuore, le mezze verità, i silenzi, gli imbrogli, i compromessi.
Gennaio ti obbliga a dire la verità, anche e soprattutto quando ti guardi allo specchio, quando sei da sola, nuda e vera.
Con lui non puoi mentire, non puoi scappare o giocare a nascondino, e tantomeno travestirsi da altro da te. Devi esserci.
Gennaio è un mese che odora di resina e di lunedì, di quei profumi che puoi sentire solo se ci metti il naso dentro, se decidi di non galleggiare. Gennaio ha il sapore del passato che va rassettato come la cassapanca della nonna e del futuro da imbastire. Sembra essere un mese silenzioso ma intanto parla. Spesso grida, ulula al vento. Gennaio non sta mai zitto.
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