I nostri ricordi sono il nostro tesoro, la nostra memoria, la nostra storia, sono noi. Credere che siano fissi, immobili e identici nel tempo è uno sbaglio enorme.
Perché i ricordi, esattamente come noi, cambiano con noi. Mutano.
Ogni volta che un ricordo viene tirato giù dalla soffitta della memoria, per essere accarezzato, rivisitato, odorato, e poi rimesso al suo posto, non è più quello di prima.
Vi ricordate di quell’amore così tanto struggente? colui che ci ha rapito il cuore per poi spezzarlo con crudeltà? Se proviamo a ripassare con la memoria ogni istante, sapore, odore, accadimento, email scritta o ricevuta, avrà un’intensità diversa a seconda del momento storico in cui ci troviamo.
Il tempo, come sempre, è la solita medicina che si fa balsamo sulle ferite, ma l’oblio o la capacità di rievocarne ogni istante e contorno non dipende soltanto dal tempo che passa o dall’intensità del dolore o della passione provati, ma da noi: da chi rievoca il ricordo.
Ci sono anche i ricordi perduti, quelli sapientemente rimossi, quelli che ancora possiamo, se lo vogliamo, recuperare perché, in fondo, sappiamo dove si trovano. Quelli impertinenti che tornano a trovarci anche senza permesso, perché un profumo o un tramonto diventano Caronte.
E quelli che lasciamo alla deriva del tempo perché troppo dolorosi o ingombranti. A volte, come l’alta marea, quando siamo senza dighe, ritornano a inquinarci il presente, a ricordarci come eravamo o con chi, ma noi decidiamo con una lucida attività chirurgica di separarli dal nostro oggi per evitare di trasformarlo in un altro ieri. Poi ci sono i legami che non passano e le persone non muoiono, ma questo è un altro discorso (sul quale ho scritto un libro: “Un clandestino a bordo”. Viola editrice).
Ogni ricordo, infine, è come se fosse creta morbida e malleabile. Se lo rivisitiamo con dolore ne amplifichiamo e stravolgiamo l’entità. Se andiamo a trovarlo con il cuore sgombro o felice lo guardiamo con gli occhi dell’esame di realtà, lo accarezziamo, gli parliamo dolcemente mentre parliamo a noi stessi e ci assolviamo, per poi riporlo nello scaffale della nostra memoria più sofferta e andare avanti felici.
Mentre teniamo un ricordo tra le mani possiamo rimodellarlo e dargli una nuova forma come meglio crediamo, sempre, ogni volta.
Dipende soltanto da noi, mai da lui.
Chi ha piacere di ricevere i miei scritti e video in e-mail, può iscriversi in maniera gratuita alla mia newsletter settimanale e al mio canale YouTube.
Chi ha una questione di cuore da raccontarmi e gradirebbe una risposta può scrivere qui.