Ci sono due categorie di coppie in crisi: gli immobili e i repentini.
I primi sono coloro che nonostante le infelicità e falle del e nel cuore rimangono dentro un matrimonio perpetuo, perpetuamente infelici.
E chi invece interrompe ogni legame alle prime avvisaglie di crisi.
Entrambe le modalità non aiutano l’amore e nemmeno i partner. Subire un amore infelice significa diventare più infelici di quell’amore. Liquidare e rottamare già dalle prime avversità il legame e il partner porta a confondere lucciole per lanterne. Un eccesso di immobilismo, così come un eccesso di istintività e di impulsività sono due estremi che non aiutano l’amore. Lo rendono immobile o lo schiantano contro il primo muro fatto con i mattoni della difficoltà, incomprensione, tensione, mutismo.
Il cammino condiviso verso un amore adulto e longevo non è fatto di immobilismo e rassegnazione, o di strappi, scossoni o scelte repentine, ma è un lungo e paziente percorso fatto di istanti e di emozioni, di incomprensioni e di riparazioni.
Nella casa chiamata legame di coppia non dovrebbero esserci mura di silenzio ma finestre di tolleranza e di pazienza da dove far entrare aria e luce. Porte basculanti dalle quali entrare nel mondo dell’altro per poi tornare nel proprio. Un bel patio condiviso dove stare seduti a chiacchierare a dilatare il tempo. Dove l’ascolto diventa la più grande dichiarazione d’amore e il buon cibo e vino si fanno spezie per l’eros. Dove ogni disastro del cuore viene seguito da una reciproca capacità di riparazione e cura. E se un’intemperie chiamata incuria, distrazione, silenzio, tradimento, distrazione, iper lavoro, egoismo, egocentrismo si dovesse abbattere sulla casa-coppia, entrambi – da soli o con l’aiuto di un’aggiustatrice di cuori – hanno la voglia e il desiderio di mettersi al lavoro per riparare i danni e renderla più luccicante di prima.
L’amore si fa, non accade.
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