Siamo circondati da così tanta bruttezza che corriamo il rischio di non cercare più la bellezza.
Le derive dei giorni in cui viviamo ci riempiono gli occhi e il cuore di mostruosità. Di violenze di ogni forma e genere. Di donne uccise. Di post pieni di livore. Di hacker che sporcano un luogo, il web, che potrebbe essere una meravigliosa prateria piena di scambi e incontri.
Dove sarà mai finita la bellezza?
Quella luce interiore di ognuno di noi che brilla soprattutto quando c’è più buio. Perché non la vediamo più? non la cerchiamo più? e quando ce l’abbiamo facciamo di tutto per opacizzarla, omologarla al fuori? perché il buono, e il bello, è diventato disturbante e chi urla, sbatte i pugni, infrange la legge e l’etica primeggia e troneggia?
Ieri, mentre compravo il pane, ero in profonda ammirazione della vetrina dei biscotti. Erano dei gioielli fatti a mano, uno per uno, tutti diversi e bellissimi. Erano bianchi, alcuni neri, color cioccolato fondente, altri verde pistacchio di Bronte siciliano. Tutti allineati in fila indiana, con un ordine che trasudava amore e cura. Sembrava puro artigianato.
La signora del forno, lusingata dal mio sguardo compiaciuto e dai miei complimenti, ha insistito affinché li assaggiassi. Ne ha presi tre, tutti diversi, li ha adagiati su un tovagliolo, si è sporta dal bancone e me li ha donati, con una luce negli occhi scintillante e unica.
Ho insistito per pagarli insieme al pane, ma non ha accettato.
La signora, il suo gesto e i suoi biscotti mi sono sembrati un esempio di bellezza allo stato puro.
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