“Mi scusi, Signora, le sarò sembrata invadente”.
Accosto la mia bici e mi scuso con la proprietaria di un rigoglioso albero di mandarini che sporgeva in strada da una casa bassa in pietra molto siciliana, da cui ne avevo strappato uno per assaggiarlo.
“Si figuri, faccia pure”, risponde la signora fissandomi con i suoi occhi scuri cerchiati da profonde e simmetriche rughe che ricordavano dei raggi di luce bianca sulla sua pelle scura, molto siciliana.
“Mi sono permessa di assaggiare uno dei suoi mandarini cinesi”, proseguo imbarazzata.
“Ha fatto benissimo”, ribatte la signora mentre solleva gli angoli delle labbra in un sorriso pieno e sincero.
“Passo sempre di qua e vedo sempre i suoi mandarini. Sono così colorati, luminosi, tanti. Così oggi mi sono fermata per assaggiarne uno”, nonostante il sorriso empatico della signora io cercavo di giustificarmi.
“Bene. Aspetti un attimo che rincaso e torno da lei. Ecco, qui c’è un cestino, ne prenda di più così li porta a casa con sé”.
La signora mi spiazza con la sua estrema ospitalità. Rimango attonita e ancora più imbarazzata.
“Grazie, non doveva, ma accetto volentieri. Sono dolcissimi e a mia figlia piaceranno tanto”, posteggio la mia bici e l’imbarazzo e mi avvicino all’albero e alla signora.
“Sa, quest’albero me lo ha regalato mio marito per il nostro primo anniversario di matrimonio. Quest’anno, se non fosse morto, avremmo fatto sessantacinque anni di vita insieme. I mandarini mi ricordano tanto lui”.
La voce della signora si fa tremante e i miei occhi lucidi.
“Che regalo meraviglioso, simbolico. Suo marito è sempre con lei, nel vostro giardino”, proseguo con voce commossa.
“Adesso sono totalmente sola e il mio anziano cane non può mangiare i mandarini. Per me sono troppi. Facciamo così: quando passa da qui con la sua bici, mi citofoni così i mandarini li raccogliamo insieme e parliamo un po’”, prosegue con fare rassicurante e risolto, e insieme ai mandarini mi regala dei bellissimi fiori color sole di agosto siciliano del suo giardino.
“Lo farò senz’altro. Grazie di vero cuore”.
Le sorrido grata.
“Grazie a lei per la compagnia e l’ascolto”, prosegue l’anziana signora dagli occhi liquorosi incorniciati da raggi di luce.
La mia pareggiata in bici di oggi, l’incontro con un’anziana signora dal cuore grande e i suoi mandarini cinesi credo che rimarranno dentro di me per sempre. La sua storia, il regalo del marito appena diventato suo sposo. Il simbolismo dell’albero, del loro albero, dei loro frutti e della sua assenza che è diventata presenza e che sboccia ogni primavere con i suoi frutti mi hanno incantata.
Ho sempre amato i regali simbolici, quelli che non si scartano, quelli che crescono pian piano come le relazioni importanti. Quelli che mettono radici e fanno i frutti.
Tornerò dalla signora e tornerò a scrivere di lei, del suo matrimonio, della sua casa siciliana e dei suoi mandarini cinesi.
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