“Dottoressa, è urgente. Ho bisogno di una consulenza subito, prestissimo, ho un problema enorme. La prego mi aiuti”.
Con queste parole che trasudano urgenza inizia una email indirizzata a me. Segue, da lì a breve, una telefonata che inizia con le stesse parole, senza un buongiorno e senza preamboli.
C. stava male, malissimo e andava ascoltata subito.
“Dottoressa, è urgente. Sono in procinto di tradire. Lei mi deve fermare”.
Una donna che chiamerò C., imbevuta della sua solitudine più profonda, pur vivendo in coppia, quindi la peggiore, si invaghisce – lei sostiene di essersi innamorata – del collega di stanza.
Lo scenario è il solito: una donna ancora giovane ma invisibile, madre per ben due volte, in casa un silenzio dei sensi assordante e punitivo: mancano i baci, le parole, l’ascolto, le gentilisse, la cura, il mutuo soccorso.
I bambini sono ancora piccoli e le cose da fare sembrano non finire mai. La sua giornata viene stiracchiata sino allo stremo delle forze, finché il momento del sonno sembra essere diventato l’attimo più emozionante e appagante della sua sempre uguale giornata.
Il marito esce di casa al mattino e rincasa la sera per traferirsi sul divano del soggiorno finché il telecomando e il sonno diventano compagni fedeli del suo dopocena, che in realtà sarebbe il dopocena di tutta la famiglia.
C. scappa e corre, tra incombenze varie e i bambini da crescere, e un lavoro in ufficio usurante e poco gratificante. Talvolta non ha tempo per sé; vorrebbe andare dal parrucchiere per cercare di intravedere allo specchio l’immagine della donna che era, ma non ha tempo. Ogni mattina, sempre di corsa, accompagna i bambini a scuola, prepara un panino sempre uguale a quello del giorno precedente da portare in ufficio, e si immette nel traffico cittadino.
Arriva in ufficio alterata e trafelata, già stanca di buon mattino, sgomita nel tentativo di trovare un parcheggio e inizia la sua giornata da donna invisibile.
Un giorno la sua trasparenza è stata trapassata da uno sguardo.
Un collega, suo collega da sempre ma probabilmente invisibile anch’egli, le porta un caffè con un cioccolatino. Le dice che la trova bella, luminosa e la invita fuori in cortile per mangiare il loro panino insieme. C. accetta, aveva bisogno di aria, di compagnia e di quel complimento.
Dentro C. scatta qualcosa. Non sa bene cosa: è agitata, emozionata, incuriosita, confusa, impacciata, imbarazzata. Viva.
Aveva dimenticato cosa significasse essere vista, sentirsi viva. Aveva dimenticato cosa significasse svegliarsi un po’ prima al mattino per truccarsi con calma e non al semaforo, scegliere quella gonna e non quell’altra per sentirsi ancora bella e seduttiva. Aveva dimenticato quel brivido inedito che una donna prova quando ricorda, quando fantastica, quando sorride da sola con sé stessa intrisa di fantasie e sogni.
Panino dopo panino, i due colleghi iniziano a raccontarsi, ad ascoltarsi, a guardarsi e C. inizia a intravedere nello specchio – anche senza parrucchiere – la donna che era prima del matrimonio. Prima della fatica. Prima della sua invisibilità cronica.
Il collega diventa sempre più presente e anche insistente. Vorrebbe dilatare il tempo del loro panino condiviso, vorrebbe sentirla al telefono anche dopo le ore di lavoro, vorrebbe portarla al mare, a fare una passeggiata, a cena. Vorrebbe vederla ridere e tenerla tra le sue braccia. Vorrebbe riparare quel vuoto, quella solitudine. Vorrebbe ridipingere quel grigiore con pennellate di vita.
C. ha paura. Ha paura di cadere in tentazione e di mettere a repentaglio l’incolumità del suo matrimonio e quindi della sua famiglia, ma la paura è direttamente proporzionale alla voglia che ha di vivere ancora.
Chi ha piacere di ricevere i miei scritti e video in e-mail, può iscriversi in maniera gratuita alla mia newsletter settimanale e al mio canale YouTube.
2 Commenti. Nuovo commento
Potrebbe aggiungere un suo commento dottoressa per aiutare chi si trova in questa stessa situazione?
Grazie mille
Cara Elena,
ogni coppia, ogni persona, ogni tradimento ha le sue dinamiche.
I commenti non servono e non possono sostituirsi a una consulenza o più d’una, individuale e unica!
Le allego ugualmente una lettura generica e un saluto
https://www.valeriarandone.it/tradimento-prevenzione-cure/