Siamo letteralmente drogati di immagini. Di scatti perfetti, resi perfettamente condivisibili. Non siamo più in grado di abitare il silenzio, perché usurpato e abusato da tutto e tutti, anche e soprattutto senza motivo alcuno.
Non conosciamo più il fascino e la seduzione del pudore, perché considerato un inutile orpello e una sgradevole perdita di tempo.
Abbiamo smarrito la gradualità, anche in amore, e la piacevolezza del percorso e del corteggiamento, perché fagocitati dalla meta.
La lentezza dei sentimenti che ha consegnato l’amore alla fretta è diventata del tutto desueta, anacronistica.
Personalmente sono affamata di contenuti e di parole, le mie preferite.
Quelle parole che pensiamo con cura e con garbo, le più belle e ricercate che scegliamo quando facciamo un inventario emozionale e mentale, e che utilizziamo con alcune persone e non con altre.
Quelle parole che decidiamo di tacere e non pronunciare perché, a volte, non ne vale nemmeno la pena; quelle che implodono senza vedere la luce.
Quelle parole che brandiamo e che si fanno arma impropria o quelle altre da cui ci facciamo blandire, perché sono parole che si fanno braccia quando noi ci troviamo altrove.
Quelle parole che curano, che riparano, che come una cornice mettono a fuoco e valorizzano il sentimento provato o le emozioni che abitano in noi.
Tra parlare, comunicare e dire, tanto per parlare, c’è una grande differenza. Comunicare significa prendere il cuore metterlo tra le proprie mani e intrecciarlo alle parole, da dire o da non dire, per arrivare ben oltre l’ostacolo.
Avete mai provato a regalare un mazzo di parole? Una sorta di calendario dell’avvento fatto di emozioni e parole?
Parole per un figlio? un genitore? un amico? un amore? per noi stessi? altre da consegnare al vento o al web?
Una sorta di percorso lento e profondo che parte da lontano e che porta lontano, le cui orme indelebili fatte di parole e attesa del giorno successivo arricchiscono chi le scrive e chi le riceve. Scrivere una lettera al giorno sino ad accompagnare la persona amata al traguardo, alla sua data importante e simbolica.
Le parole rese dono intrecciano fili invisibili, creano legami longevi, ammanettano, mettono o rimettono in moto gli ingranaggi più arrugginiti e invisibili del cuore.
E traportano chi le scrive e chi le riceve in luoghi inediti e inesplorati.
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