Ci sono amori per i quali non basta una vita intera, o forse due, per essere vissuti. E quando finiscono, perché a volte finiscono, subentra il ricordo. Il ripasso. La scrittura. Gli oggetti diventato feticci, le foto una finestra sulla vita di prima, i sapori un tuffo al cuore: i mattoni del tempio dell’assenza.
Ci sono poi altri amori che sembrano amori ma bruciano in un istante. Implodono senza la forza di diventare futuro.
Ci sono amori che perdonano e altri che puniscono. Si deve imparare dai primi e dai secondi imparare come non si fa.
Ci sono poi gli amori tumultuosi, quelli che sono brividi sulla pelle ed emozioni che infiammano il cuore.
Ci sono anche gli amori tiepidi, quelli che pensano di essere amore, ma non ne ricordano nemmeno lontanamente il sapore.
Amare è semplice e complicato. Emoziona e atterrisce. A volte si ama sino alla fine, altre volte per paura o per parsimonia sino al primo gradino, alla prima onda, alla prima curva, senza andare in profondità. In curva di sicurezza.
Ci sono amori caparbi, quelli che amano sino alla fine, anche quando tutto finisce ma in realtà non finisce, in quel posto nessuno si può rimproverare niente: prudenze, imprudenze, mediazioni, accelerazioni, insulti e perdono, il tutto nel poco (ma mai il poco nel tutto). E poi c’è il dopo. Il domani. La mancanza e la consapevolezza.
Quando appare la nostalgia, e il percorso verso la fine è stato fatto tutto, passo per passo, centimetro per centimetro, millimetro per millimetro, la forza di non tornare indietro tiene a bada il torcicollo emotivo che ogni tanto devia la testa in direzione passato.
Questi sono gli amori che non finiscono anche se finiscono.
Amare è semplice, ma bisogna essere coraggiosi e coerenti.
Non bisogna mai dire “ti amo” a chi non si ama, solo perché suona bene, perché riempie le labbra, perché risale dalle corde vocali.
Ti amo parte dalla pancia, attraversa il cuore e poi diventa suono. Soltanto così ha un valore eterno ed estremo.
Amare è una cosa semplice, con la sua forza e dolcezza schiude senza nessun chiavistello ogni porta del cuore. Anche quelli asserragliati da una saracinesca.
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