Questo Natale sarà duro o vero. Sarà drammatico o ci solleverà dalla recita a copione.
Chi è sprovvisto di amori e parenti a chilometro zero sarà candidato a scenari inconsueti: alla solitudine o all’isolamento; a un piatto in tavola in compagnia, forse, di un altro piatto o del televisore; al dover guardare negli occhi il congiunto e sé stesso (il luogo più oscuro e controverso che ci sia.); al silenzio assordante dell’immobilismo.
La tendenza alla fuga, in chiaro aumento per le festività, verrà fomentata dalla bizzarria di alcune città: quelle abitate dalla poca chiarezza, piene di vicoli e strade che hanno un nome da un lato e un altro dall’altra. Quelle che dopo quell’angolo, quel civico, quella rotonda o quell’incrocio, cambiano comune o addirittura città.
Durante questi giorni rossi, come sempre, ci saranno gli audaci e gli incoscienti. Chi sfiderà le regole e i divieti e in assenza di una bussola morale farà come gli pare, come se niente fosse mai successo. Parenti, tavolate, scambio di doni e di microbi, calici al soffitto e dolci, rigorosamente sprovvisti di coscienza e di prudenza.
Ci saranno, anche e per fortuna, i coraggiosi: coloro che decideranno di stare in casa. Anche per Natale. Anche da soli. Senza parenti o amori a chilometro zero. Coloro che metteranno i loro cari, l’umanità e loro stessi al centro delle loro decisioni. Coloro che rispettano, che curano e che amano a distanza per proteggere il mondo che verrà.
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Questo sarà un periodo dove ognuno di noi dovrà aprire il proprio pacco di sopravvivenza e di speranza.