Quando si ama e si ama tanto, la paura di perdere il partner amato si fa compagna di viaggio e di vita. L’altra faccia della medaglia del sentimento provato.
La paura si insinua dappertutto, cammina sotto pelle, talvolta fa prendere fischi per fiaschi e inonda, come una marea africana, i pensieri e le emozioni. Annebbia la vista. Regala fame d’aria e notti insonni. Insicurezze e traumi. Desiderio e affanno. Vette e precipizi. Rende folli e affamati.
Il cuore reclama amore e passione e la mente impone la fuga come profilassi dell’abbandono.
La fuga dalle emozioni e dall’intensità del loro incanto, pur di proteggere dalla paura dell’abbandono la parte più vulnerabile della psiche.
Scatta un estenuante duello tra mente e cuore, amore e paura, che trasforma l’innamorato in un funambolo: instabile e spaventato.
Testa e cuore litigano e sono in perenne disaccordo: regalano abbondanti dosi di confusione, dolore, nervosismo e colpi bassi alla relazione.
Gli innamorati benedetti o maledetti da un’anima tormentata e da una mente pensante hanno un rapporto con la verità e la fiducia complesso e controverso. Un po’ come San Tommaso hanno bisogno di prove d’amore, tangibili e credibili.
Gettare il cuore oltre l’ostacolo non è immune da rischi e inciampi, da disagi e tragedie d’infanzia che tornano a galla senza essere state invitate, ma rimane l’unica strada percorribile per essere felici davvero.
Per amare non esistono percorsi alternativi, scorciatoie o giri volanti su giostre sessuali senza quotidiano e progetto.
L’amore longevo è una strada lastricata di buone intenzioni e di buone azioni. Di baci e presenza, di parole (tante) e silenzi (pochi).
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