Più parole tra i partner, più piacere sessuale

Piacere sessuale

Più parole e un maggiore dialogo tra i partner corrispondono a una migliore intesa sessuale. Esiste, infatti, una strettissima correlazione tra una buona soddisfazione sessuale delle coppie e la loro capacità di comunicare: con empatia, efficacia e chiarezza.
I partner che si amano, che si scelgono come compagni di vita e che si mettono in cammino l’uno a fianco all’altro per diventare famiglia, a un certo punto, non si sa bene per quale destino avverso, smettono di parlarsi come facevano all’inizio del loro legame e precipitano nel silenzio.
Hanno la malsana certezza che non ci sia nulla da scoprire nel partner scelto, che non abbia più sorprese da regalare, e lo sguardo di scontatezza e banalità prende il posto di quello della sorpresa e della magia.
Le parole emotive ed empatiche lasciano il posto a quelle vuote, e la comunicazione di servizio si sostituisce a quella emotiva.
Il dialogo, invece, all’interno della vita di una coppia rappresenta il vero collante del legame d’amore, un potente afrodisiaco, un elemento di chiarificazione, nonché un concime amoroso.
Nei rapporti di coppia, riuscire a comunicare in maniera chiara ed empatica diventa indispensabile per mantenere un buon livello di intimità, preludio di una buona sessualità.
I silenzi protratti, le frasi monche e i bronci intermittenti non aiutano la qualità della vita della coppia, la longevità del legame e la vita sessuale.

Il piacere sessuale e il silenzio tra le lenzuola

Non sempre la sessualità fa rima con eccitazione, soddisfazione, spensieratezza, emozione. Talvolta corre il rischio di diventare un vero compito in classe: ansiogena, obbligatoria e poco appagante.
I partner, per pudore, omertà o perché non vogliono ferirsi a vicenda, glissano sul loro sentire, così le disfunzioni o insoddisfazioni sessuali proseguono indisturbate a camminare in sordina e sotto soglia e a mietere vittime: traditi e traditori.
Le coppie che lamentano difficoltà sessuali hanno sempre maggiori difficoltà di comunicazione di coppie che hanno un’appagante vita sessuale.
Ma è vero anche il contrario. Coppie silenti, frequentatori del silenzio e delle parole mute, sono maggiormente esposte a disfunzioni sessuali e al silenzio dei sensi.
Le inibizioni e gli intoppi verbali, oltre a causare disguidi sotto le lenzuola, hanno una ricaduta a cascata su problematiche sessuali pregresse, magari ignorate o sotto stimate.
I partner silenti, che non sono abituati a dialogare, azzerano lo scambio verbale riguardante le loro preferenze e fantasie, abitudini sessuali e desideri, con il malsano obiettivo di non mortificare il coniuge.
Celano sotto il tappeto del silenzio le loro reali esigenze: del cuore e del corpo.

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Ogni disfunzione sessuale ha i suoi silenzi e i suoi misteri

Parole e sessualità sono strettamente correlate tra di loro. Il paziente che soffre di eiaculazione precoce, per esempio, vive intrappolato in un sentimento di profonda ambivalenza nei confronti del femminile: da un lato è desiderante, dall’altro diventa punitivo, impedendo alla sua donna di accedere al piacere. La fretta del piacere incarna la negazione del piacere sessuale femminile.
L’anorgasmia femminile ha come denominatore comune la mancanza di fiducia nel partner. La donna controlla le sue emozioni, non si fida e non si affida. Non perde il controllo e non accede ai flutti del piacere sessuale. Vive intrappolata dentro un dramma dei sensi, fatto di blocchi, di impedimenti e di trappole del suo inconscio e della relazione di coppia.
Il desiderio sessuale, la fiamma che accende ogni iniziativa sessuale, si nutre di più ingredienti: dell’amore e della cura, del gioco e della spezia della trasgressione. Anche lui ha bisogno di parole e di scambio.
Quando la sessualità diventa insipida e monocorde perde di fascinazione, con una ricaduta a cascata sulla quantità e qualità dei rapporti sessuali. Il dialogo sempre aperto rappresenta l’antidoto alla noia e al deperimento del sacro fuoco della passione. Quindi, anche in questo caso, il silenzio non aiuta, anzi, contribuisce a creare distanza tra i coniugi, già provati dalla presenza della disfunzione sessuale.
Molte coppie lamentano astenia sessuale, noia e scarsa empatia, con una conseguente drastica deflessione del desiderio sessuale, ma non fanno nulla per arrestare questa pericolosissima slavina relazionale.
Il giardino dell’eros che non viene coltivato con parole e gesti, sfiorisce e perisce rapidamente.

Viagra nascosto nel cruscotto dell’auto e lubrificante in bagno.

La storia di Alfredo e di Amanda

Alfredo e Amanda. Sposati, in crisi, con una vita sessuale drammaticamente insoddisfacente. Questa coppia mi consulta per una crisi di coppia che rende impossibile il proseguimento del loro matrimonio, nonostante i figli che amano e l’affettività residua che li caratterizza. Sono una coppia formata da un uomo di anni quaranta e una donna di anni trentotto, infelicemente sposati.
La crisi che portano in studio smembra non avere alcun motivo apparente.
Non hanno problemi di salute, problemi economici. Non sembrano essere una coppia caratterizzata da dinamiche di potere-sottomissione. Nessuno dei due ha un disturbo di personalità. Si piacciono ancora, e nessuno dei due ha smarrito la forma fisica con la convivenza e il matrimonio. In realtà, hanno smesso di parlarsi, e anche di fare l’amore.
Dal loro racconto emerge una non sopportazione reciproca.
Lei lo accusa di non aiutarla in casa, di essere un compagno di giochi per i figli e di non avere mai indossato i panni normativi da figura paterna.
Lui la accusa di trascurarlo, di ignorarlo, di preferire i figli, il cane, il lavoro, le amiche a lui.
Lei si sente molto sola. Lui anche. La sera, ogni sera, lui accende la televisione, lei il tablet.
La storia del loro matrimonio contiene due tradimenti: il primo da parte di Alfredo, quando è nato il loro secondo bambino, e uno da parte di Amanda, quando la prima figlia ha attraversato una turbolenta crisi adolescenziale, e lei si è sentita del tutto sola nel gestirla e nell’attraversarla.
I tradimenti sono stati vicendevolmente scoperti, perdonati, messi a tacere, ma non adoperati come motore per un cambiamento.
Durante i colloqui individuali emerge una grande insofferenza alla vita sessuale. Entrambi si concedono, come dovere coniugale, ma hanno smarrito il desiderio, il traposto e la dimensione del piacere sessuale.
Alfredo, dopo avere effettuato più visite andrologiche, tutte con esito negativo, dopo avere fatto delle prove extra-coppia per sincerarsi che la sua erezione fosse adeguata e avere acquistato il Viagra online, che tiene ben nascosto nel cruscotto della sua auto, consuma, più o meno frettolosamente, dei rapporti con la moglie a sigillo di una presunta normalità coniugale.
Amanda, dal canto suo, è infelice. Pensa di essere invecchiata, di essere sfiorita, di essersi ibernata del tutto, nonché blindata alle emozioni e al piacere dei sensi e, anche lei in autogestione, utilizza un lubrificante vaginale per non abradersi e per non farsi troppo male.
In questa coppia, la menzogna e la negazione dei disagi profondi ha preso il sopravvento, non riescono più a tornare ad essere verbali e parlanti.
Sono precipitati nel girone del processo separativo. Hanno iniziato a perdere le prime foglie.
Le carezze verbali della terapia, aiuterà Alfredo e Amanda a parlarsi ancora, a curare le pregresse ferite da rispettivi tradimenti, lavorerà sulla cristallizzazione dei loro ruoli coniugali, e curerà le loro disfunzioni sessuali, sine causa organica.
C’è ancora tanto da fare, ma già si intravedono i primi sorrisi, i primi sguardi pieni, e appaiono le prime parole emotive.

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2 Commenti. Nuovo commento

  • Gentile dottoressa, ho scoperto solo ora, che sono in perimenopausa a 51 anni, che la mia anorgasmia, o meglio anestesia genitale, e anche il mio totale disinteresse per il sesso, che ho avuto a periodi alterni, era dovuto alla fluoxetina che ho assunto alla massima dose ininterrottamente sin da quando ero giovanissima, per curare una grave depressione permanente. Ho letto che gli antidepressivi della stessa classe vengono utilizzati addirittura per la castrazione chimica di stupratori e pedofili invece di trattamenti ormonali. Molte persone che hanno assunto anche per brevi periodi questi ricaptatori della serotonina lamentano che impotenza, disfunzioni erettili, anorgasmie, amenorrea, sterilita sono effetti collaterali permanenti, e non temporanei come rassicurato dagli psichiatri. Ora che vado in menopausa, mi sento di essere stata privata di un diritto umano, il diritto a una sessualità. Vorrei tanto chiedere un risarcimento per il grave danno esistenziale che ho subito, magari fare una class action insieme a tutti coloro che senza alcun avvertimento, sono stati castrati a vita senza alcuna colpa, solo per aver passato il tunnel della depressione o altri problemi psichici. Io sono single, non ho l’appoggio di un partner fisso, sono disperata, non so che fare, mi sembra di non aver vissuto, se mi guardo indietro c’è il vuoto, la sterilità, la frigidità, e se guardo avanti vedo le stesse cose. Mi scusi per lo sfogo, ma perchè voi sessuologi date sempre per scontata la terapia di coppia, insomma il modello tradizionale marito-moglie-figli, e i singles? Gli omosessuali, i transgender, gli intersessuali? Avete ancora una visione binaria del sesso: la coppia è da curare, e non il singolo essere umano, che per la sessuologia non esiste.

    Rispondi
    • Valeria Randone
      6 Febbraio 2020 08:14

      Gentile Signora,
      dare la colpa alla terapia farmacologica, che immagino le sarà stata prescritta per necessità e non per piacere del medico, è una lettura non consona alla complessità della sessualità e risposta orgasmica.
      Non è chiaro se alla farmacoterapia ha associato una psicoterapia per curare le cause della sua depressione. Ma non è questo il luogo per approfondire.
      In questo reticolo si parla di partner e di possibile terapia di coppia.
      La coppia è formata da: uomo-donna, donna-donna,uomo-uomo, omosessuale- transessuale,transessuale-eterosessuale e così via. (Infatti parlo di partner, termine volutamente generico).
      Il singolo esiste, ma diventa coppia – anche se in maniera transitoria – quando ha un rapporto sessuale, altrimenti si parlerebbe di autoerotismo.
      Quello che afferma è una sua deduzione.
      Negli altri articoli si parla di single e si tanto altro.
      Per la sua problematica le suggerisco una consulenza sessuologica.
      Un cordiale saluto

      Rispondi

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