Aprile è diventato maggio, e oggi sono tre. Tre mesi. La mia neonata rubrica sull’Amore su La Stampa compie tre mesi. E come tutto quello che si ama: figli, amori, animali, rubriche, va festeggiata.
Piccola ma audace, sin dai suoi primi vagiti ha le idee chiare.
Grazie all’autorevole megafono del quotidiano, si è messa in testa di arginare l’imperante analfabetismo affettivo e di esplorare la complessa geografia che dobbiamo attraversare quando amiamo.
Vuole, con la tenacia e la testardaggine dei geni siciliani, parlare con il cuore per arrivare al cuore.
Niente termini scientifici, niente noiose tabelle e dati statistici, niente studi clinici.
Gli abitanti di queste pagine sono i lettori con i loro dubbi e sofferenze del cuore, e le emozioni.
Mi piace immaginarla come uno scrigno sempre online, sempre aperto alla consultazione, una sorta Google Map del cuore che possa farci navigare tra i flutti tempestosi del sentimento più nobile e complicato che ci sia: l’amore.
Nella sua forma sana e meno sana. Simbiotica e alla giusta distanza. Virulenta e impolverata. A termine e longeva. Prudente e spregiudicata. Online – senza corpo – e con le sue meravigliose tre istanze: corpo, cuore e cervello, abbracciate tra loro.
Giovanile e tempestosa, over quaranta prudente o tumultuosa.
Insomma, amore, che non è solo amare, proprio come il titolo della rubrica.
Perché un amore succede e può accadere per caso, trasformarlo e candidarlo invece al “per sempre” è ben altra cosa.
Amare obbliga all’impegno, al progetto, alla cura e al prendersi cura del rapporto di coppia. Innaffiarlo se fa troppo caldo, metterlo al riparo dalla pioggia se diluvia, togliere le prime foglie secche affinché si rinnovi.
Uno sguardo, anzi più d’uno, è rivolto all’amore che seduce e che rapisce, che tradisce e che abbandona. L’amore coniugato all’erotismo e alla sessualità. L’amore prudente che ha paura della felicità e dell’abbandono.
Perché, ebbene sì, la prudenza in amore tiene a bada la paura di essere felici e di essere abbandonati.
Le due paure antitetiche che si fronteggiano e si supportano rinforzandosi, nella vita e nella coppia. La paura di essere abbandonati impedisce di abbandonarsi al sentimento profondo ed elitario dell’amore, cosi, rimanere in bilico tra il concedersi e il proteggersi impedisce all’amore di nascere davvero e di diventare longevo e profondo.
La rubrica ha ancora tanto da fare e tanto da dire.
Ancora auguri e buon proseguimento.
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